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IL DRAMMA

Il Piemonte prova a rialzarsi in piedi «Dopo l’alluvione siamo senza acqua»

Scuole chiuse e sfollati che hanno perso la casa: «Non avevo mai visto una cosa del genere»

Il Piemonte prova a rialzarsi in piedi «Dopo l’alluvione siamo senza acqua»

Il Piemonte prova a rialzarsi in piedi «Dopo l’alluvione siamo senza acqua»

Sfollati nel Canavese e scuole chiuse in tanti comuni colpiti dall’acqua e dal fango: resteranno chiusi gli istituti di San Sebastiano Po, Casalborgone, Villar Dora e Rubiana. A Lauriano chiuse le scuole dell’infanzia e la primaria: la scuola media sarà operativa ma cambia la fermata del trasporto pubblico relativa all’edificio.

A Verolengo, invece, un servizio di attività ricreative e doposcuola per le famiglie dei comuni dove sono chiuse le scuole. Monteu da Po, Brusasco, Brozolo, Cavagnolo e Verrua Savoia, tra le zone più colpite, vedranno le scuole aperte ma senza il servizio di trasporto scolastico. Nella mattinata di ieri c’è stato un sopralluogo congiunto della Città Metropolitana con il supporto del personale del servizio geologico della Regione sulla strada provinciale 590: il sopralluogo è stato fatto per la verifica delle condizioni del versante per valutare la possibilità e che vi siano le condizioni per il ripristino della circolazione su strada.
Disagi anche per gli utenti dei mezzi pubblici. Da Gtt la conferma che Rubiana e Villard Dora non sarann servite a causa delle strade non praticabili e non accessibili ai mezzi di trasporto. Un quadro che parla ancora di emergenza per gli alluvionati che lo scorso 17 aprile si sono ritrovati vittime di un’alluvione.


«Due milioni di euro di danni. La situazione è disperata». Così al telefono Beppe Bava, il sindaco di San Sebastiano Po «esattamente il doppio del bilancio del nostro comune. Abbiamo 15 persone sfollate: 6 case sono state le evacuate qui a San Sebastiano, a seguito delle 25 frane che hanno colpito l nstr territorio. E siamo senza acqua, tanto che Smat ha provveduto a portare dei boccioni che sono stati posizionati davanti al Comune. I residenti sono molto arrabbiati: sei giorni senza acqua sono tanti». Bava aggiunge: «Sono al mio sesto mandato: il primo nel 1990. Non ho mai visto una cosa del genere qui. Alcune strade sono raggiungibili solo a piedi» conclude il primo cittadino.
Commossa Elisa Ghion, sindaco di Monteu da Po, comune di 838 abitanti duramente colpito dal dramma (che ha causato la morte di un 92enne): «Un aiuto importante da parte di cittadini, vigili del fuoco, privati e protezione civile ha permesso a Monteu di rialzarsi in piedi, stiamo sistemando le abitazioni, si lavora senza sosta. Attendiamo la stima dei danni» conclude Ghion.

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