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L'iniziativa

La rinascita del vino di Annibale: un viaggio enologico tra storia e innovazione in Val di Susa

Due amici riportano in vita antiche varietà di vino piemontese, ispirati dal leggendario condottiero cartaginese

La rinascita del vino di Annibale: un viaggio enologico tra storia e innovazione in Val di Susa

Foto di repertorio

Qual è il sapore di un vino che ha attraversato i secoli, portando con sé il fascino di una storia leggendaria? È questa la domanda che ha spinto Mattia Longoni ed Edoardo Marzorati, due amici appassionati di enologia, a intraprendere un'avventura che unisce passato e presente, storia e innovazione, sulle montagne della Val di Susa. La loro impresa, raccontata nell'ultimo numero di 'La Revue du Vin de France', ha come obiettivo la rinascita di un vino che potrebbe essere stato apprezzato da Annibale stesso durante la sua storica traversata delle Alpi nel 218 a.C.

Mattia Longoni, enologo ed ereditiere di una famiglia con terre in Val di Susa, e Edoardo Marzorati, ingegnere nel ramo dei trasporti, hanno deciso di riportare in vita un ettaro e mezzo di vigneti a Mompantero, nei pressi di Susa. Questi vigneti, abbandonati da oltre 40 anni, sono stati il punto di partenza per un progetto che mira a riscoprire varietà autoctone dimenticate nel tempo. La scelta di queste varietà non è casuale: si tratta di uve che potrebbero essere state coltivate e apprezzate già ai tempi di Annibale, il celebre condottiero cartaginese che attraversò le Alpi con il suo esercito di cavalli ed elefanti.

Lo scorso marzo, Longoni e Marzorati hanno piantato due varietà autoctone, una rossa e l'altra bianca, insieme a un nebbiolo, una delle uve più rappresentative del Piemonte. Inoltre, hanno collaborato con l'Università di Milano per sviluppare un portinnesto innovativo, dimostrando come la tradizione possa essere arricchita dall'innovazione scientifica. I primi vini, che porteranno l'etichetta 'Barone di Clivio', sono attesi tra quattro anni, promettendo di offrire un assaggio di storia e di territorio.

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