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l'intervista

Collegno, parlano i carabinieri-eroi: «Ecco come abbiamo salvato quell'uomo»

I due militari sono intervenuti sul ponte pedonale tra via Roma e via Colombo, evitando che un 53enne si lanciasse

Da sinistra a destra, il vicebrigadiere Antonio Marino e il carabiniere scelto Francesco Mazzei

Da sinistra a destra, il vicebrigadiere Antonio Marino e il carabiniere scelto Francesco Mazzei

Coraggio, professionalità, sacrificio. Sono valori cardine di ogni carabiniere. Gli stessi del vicebrigadiere Antonio Marino e del carabiniere scelto Francesco Mazzei, i due militari che nella notte fra il 29 e il 30 aprile sono intervenuti sul ponte pedonale di Collegno, tra via Roma e via Colombo, evitando che un 53enne della zona si lanciasse dal ponte che si affaccia sulla ferrovia.

Vicebrigadiere Marino e carabiniere scelto Mazzei, quanto è complicato gestire un momento così?
«È stato molto complicato. Quando abbiamo ricevuto la telefonata che segnalava la presenza di un uomo sul ponte, intento a compiere un gesto estremo, ci siamo precipitati in via Colombo. Alla vista dell’uomo siamo rimasti distanti ma abbiamo iniziato a parlare con lui, cercando di entrare in empatia con una persona che aveva intenzione di farla finita. In queste situazioni, basta una frase o una parola sbagliata per vanificare tutto quello fatto fino a quel momento e trasformare una situazione destinata ad un lieto fine a una tragedia».

Paura di non farcela? Il treno merci fischiava per ripartire.
«Sinceramente no. Eravamo entrati in empatia con quel signore e sapevamo che in poco tempo saremmo riusciti a trarlo in salvo. E quel fischio è stato determinante: quando lo ha sentito, infatti, ha avuto un attimo di esitazione e noi siamo riusciti a braccarlo e a riportarlo al di qua della balaustra, evitando la sua caduta nel vuoto».

Che emozioni avete provato quando lo avete affidato alle cure dei sanitari?
«Appena è partita l’ambulanza, ci siamo abbracciati e abbiamo provato un senso di sollievo e di felicità. Tra i tanti nostri compiti, nel quotidiano, c’è anche quello di contrastare gli eventi criminosi ma anche quello di essere pronti a salvare ogni vita in ogni situazione. Ma in casi come questo, proprio per la gravità del momento, con l’adrenalina a mille, è ancora più complicato. E la felicità non può che essere al massimo».

Vicebrigadiere Marino, per lei non è la prima volta.
«Esatto. Quest’anno mi è capitato di salvare un altro uomo, in una situazione differente ma al contempo molto concitata e grave. Anche in quel caso, io e un altro collega, siamo riusciti ad arrivare in tempo e a salvarlo. Come questa volta, è stata determinante la chiamata di aiuto da parte di una persona a lui vicina».

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