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Giaveno
24 Maggio 2025 - 10:37
In prima fila al funerale del papà, nonostante siano accusati di averlo ucciso o di non averlo soccorso: è la situazione paradossale che ieri, nella chiesa di San Lorenzo a Giaveno, ha visto protagonisti Davide e Mauro Giai Levra, i figli di Germano.
La vita dell’ex assicuratore 91enne si è conclusa mercoledì della settimana scorsa, quando il figlio Davide ha chiamato il 112: «È caduto in casa» ha spiegato il 58enne, l’unico dei figli presente nella casa di piazza Molines insieme all’anziano genitore (noto in paese per la sua professione anche perché componente dei Lions e del coro della Val Sangone).
Subito dopo la morte dell’anziano all’ospedale di Rivoli, i carabinieri hanno iniziato a dubitare della ricostruzione riferita dal figlio Davide. Anche perché sarebbero passate molte ore tra il momento in cui l’anziano è rimasto ferito e la chiamata al 112. Per questo l’autore della telefonata, così come i fratelli Giorgio e Mauro Giaj Levra, è stato portato in caserma e ascoltato per ore dal pubblico ministero Davide Pretti. Che all’alba di giovedì ha iscritto nel registro degli indagati Davide.
Secondo l’accusa, è stato lui a uccidere il padre dopo averlo picchiato, provocandogli le fratture al cranio e a 12 costole. Lui nega, così come il fratello Mauro, accusato di omissione di soccorso. Ed entrambi ieri, erano in prima fila, al funerale del papà. Con loro anche Giorgio, l'unico dei tre a non essere indagato. Il quale, ai microfoni de “La Vita in diretta”, ha detto di credere all’innocenza dei fratelli. Sarà probabilmente l’autopsia, eseguita dal medico legale Roberto Testi, a fare chiarezza su questo giallo: le prime analisi non avrebbero chiarito se l’anziano sia davvero stato picchiato. E non escludono che alcune fratture siano datate.
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