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07 Giugno 2025 - 19:17
Ecco com'è oggi l'area del bob a Cesana e come sarà con lo skidome "mimetico"
A Cesana Torinese il primo skidome italiano, completamente ricoperto di erba per mimetizzarlo sul fianco della montagna. A Pragelato, i trampolini trasformati nel museo di Torino 2006 e in una galleria d’arte, con il ritorno delle piste di sci alpino che erano state cancellate da anni. Sono questi i progetti dei comuni per la definitiva sistemazione dei due siti olimpici del bob e del trampolino. Progetti per i quali, al momento, mancano i fondi ma che partono da una certezza: la pista del bob sarà eliminata, i trampolini resteranno al loro posto. «Il 30 aprile, con il ministro Andrea Abodi, è stato presentato l’ultimo stralcio da 18 milioni di euro per chiudere per sempre la pagina di Torino 2006 - ricorda l’assessore dell’Unione montana Giorgio Merlo -. A quell’incontro sono seguiti degli approfondimenti che hanno permesso di arrivare ai progetti definitivi».
Cesana, non è un segreto, sogna il primo skidome - una pista di sci interamente al chiuso - d’Italia. Un progetto di cui si parla dal 2012 e che ora ha anche un aspetto definitivo, mostrato nei rendering presentati ieri: «Stiamo ragionando su uno skidome che è perfettamente inserito nel paesaggio e non si vede quasi più - spiega il sindaco Daniele Mazzoleni - che riprende il percorso della pista da bob senza alcun consumo di suolo e senza la realizzazione di nuove strutture, ma utilizzando quella esistenti. In più il progetto di coprire lo skidome con pannelli solari è stato superato dall’idea di coprire la superficie in erba per un miglior impatto ambientale. L’energia necessaria al funzionamento dell’impianto sarà prodotta da una nuova centrale idroelettrica in via di costruzione». L’obiettivo è attirare turisti 12 mesi l’anno. «Il nuovo Club Med sarebbe collegato all’impianto da un percorso pedonale. Così avremmo l’unico skidome al mondo aperto 365 giorni l’anno con una struttura a 5 stelle». All’appello, ottenuti i fondi per smantellare il bob, mancano quelli per costruire il nuovo impianto: tra i 50 e i 60 milioni di euro. «Ovviamente serve il concorso di soggetti privati. A tal proposito abbiamo già ricevuto manifestazioni di interesse».
E sui soldi a Pragelato invece non ci si fa illusioni. Rimuovere i trampolini costa caro, troppo caro. E quindi resteranno lì dove sono. Ma l’area è comunque destinata a cambiare volto. Ai loro piedi sorgerà il nuovo impianto di biathlon e skiroll che «è di prossima cantierizzazione - anticipa il sindaco, Massimo Marchisio - finanziato con fondi ex Legge 65 e regionali. Unitamente all’esistente Centro del Fondo ristrutturato con fondi regionali permetterà a Pragelato di ospitare il primo polo del nord-ovest per le discipline nordiche». Quanto ai trampolini esistenti, una cosa è certa e definita: «Non saranno smantellati per importanti problemi tecnici e costi insostenibili. Ma abbiamo preparato un progetto di riconversione dell’intero Stadio del Salto, suddiviso per aree funzionali. La parte alta dei trampolini sarà trasformata in un Museo delle Olimpiadi (al momento inesistente anche a Torino ndr) mentre la parte bassa sarà opportunamente tramutata per ospitare istallazioni permanenti di arte moderna. La seggiovia, rimessa in funzione, sarà funzionale alle piste di allenamento di sci alpino che sorgeranno adiacenti ai trampolini scuola. L’Hotel Ski Jumping opportunamente riqualificato avrà nuova vita e costituirà il fulcro dell’ospitalità degli atleti». I soldi per biathlon e centro del fondo (6,9 milioni di euro) sono già ststi stanziati. Quelli per la riconversione dello stadio del salto - circa 4 milioni di euro - invece mancano all’appello e anche in questo caso si spera nell’aiuto dei privati.
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