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Cianobatteri nel Lago Grande di Avigliana: situazione sotto controllo ma serve cautela

Arpa Piemonte e l’Ente Parco monitorano le acque: attiva la sorveglianza e raccomandazioni per i bagnanti

Cianobatteri nel Lago Grande: tra bellezza e precauzioni

Il Lago Grande di Avigliana

Il Lago Grande di Avigliana torna a essere sorvegliato speciale. Con l’avvio della stagione balneare e il riconoscimento delle 5 Vele da parte di Legambiente, il lago situato proprio sotto la Sacra di San Michele si conferma una delle mete più apprezzate d’Italia per la qualità delle sue acque. Tuttavia, come ogni anno in questo periodo, è stata rilevata la presenza di cianobatteri nella zona della Baia Grande. Questi microrganismi, un tempo chiamati alghe verdi-azzurre, si sviluppano naturalmente con il caldo e possono formare schiume superficiali visibili, un fenomeno noto come “fioritura”.

L’Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie effettua monitoraggi quotidiani, mentre Arpa Piemonte analizza le acque ogni 15 giorni. In base agli ultimi controlli, la situazione non desta preoccupazione, ma sono stati diffusi alcuni accorgimenti da seguire per tutelare la salute pubblica: dopo il bagno o l’attività sportiva è bene lavarsi con cura, insieme a indumenti e attrezzatura; in presenza di irritazioni cutanee o allergie occorre sospendere l’attività e allontanarsi dall’acqua; particolare attenzione va riservata agli animali domestici, che non devono bere dal lago e, se fanno il bagno, devono essere lavati per evitare che ingeriscano eventuali residui algali leccandosi il pelo.

I cianobatteri sono microrganismi unicellulari presenti in molti ambienti naturali, dalle acque dolci ai deserti, e in certe condizioni ambientali (come alte temperature e presenza di nutrienti come fosforo e azoto) possono proliferare rapidamente. Questa crescita intensa può tingere l’acqua e generare schiume, spesso legate a fenomeni di eutrofizzazione provocati da scarichi agricoli, industriali o civili. Alcune specie sono in grado di produrre tossine, le cianotossine, che rappresentano un rischio per la salute, soprattutto se l’acqua viene ingerita accidentalmente o inalata sotto forma di aerosol. I sintomi possono variare da irritazioni cutanee a disturbi gastrointestinali, respiratori o neurologici. Nei casi più gravi, legati a fioriture abbondanti, si possono verificare sintomi sistemici come febbre, mal di testa, dolori muscolari e tossicità epatica.

La normativa italiana prevede controlli regolari nelle aree a rischio e linee guida precise per la gestione del fenomeno. Le fasi di sorveglianza vanno dalla routine all’emergenza, in base alla densità delle cellule e alla presenza di tossine. Durante la routine, i controlli si effettuano ogni 15 giorni. Se compaiono sintomi tra i bagnanti o si formano schiume evidenti, si entra nella fase di allerta, con informazione pubblica e ulteriori analisi. In caso di elevata concentrazione di tossine e più specie pericolose, si attiva la fase di emergenza, che può portare alla chiusura delle aree balneabili e all’intervento delle autorità sanitarie. Anche in assenza di segnalazioni ufficiali, se l’acqua appare anomala, è sempre consigliabile evitare l’ingresso, allontanarsi dalla zona e informare le autorità competenti. Tuttavia, il lago di Avigliana è ben lontano da questa situazione.

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