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il retroscena

La depressione, il lavoro perduto: perché Alessandro ha ucciso Susy a coltellate

Cosa c'è dietro al femminicidio di Rivalta: durante il Covid il 55enne aveva perso il lavoro. Ed era in cura

Alessandro Raneri e Susy Carbone, la coppia della tragedia di Rivalta

Alessandro Raneri e Susy Carbone, la coppia della tragedia di Rivalta

La depressione, sopraggiunta quando nel 2020 aveva perso il lavoro da elettricista durante il Covid. Lavoro che però aveva ritrovato da appena tre mesi, in una ditta di antifurto a Torino dov'era impiegato a tempo pieno. Eppure, evidentemente quel malessere non è mai andato via e forse anche per questo motivo Alessandro Raneri, 55 anni, ieri mattina, giovedì 26 giugno, ha ucciso a coltellate la compagna, Assunta Carbone, conosciuta come Susy. Fendenti sferrati con un'arma da taglio al secondo piano della casa di via XXV Aprile, a Rivalta. A trovare il corpo senza vita di Susy, in una pozza di sangue, è stato Giuseppe, fratello di Alessandro. Giuseppe, lo stesso uomo che appena qualche ora prima era stato avvertito dai carabinieri quando ad Avigliana era stato ritrovato il corpo del 55enne elettricista, nel lago. 

Perché Alessandro Raneri, dopo avere ucciso la fidanzata a colpi di coltello in casa, forse divorato dal rimorso, ha preso l'auto ed è andato a togliersi la vita gettandosi nelle acque del lago Grande di Avigliana, percorrendo una mezz'ora scarsa con la macchina. E facendola finita. 

Era in cura da una dottoressa, Alessandro Raneri, da circa un anno. A dire il vero, però, all'incirca tre mesi fa il 55enne aveva smesso di fare le terapie. Ma la compagna Susy l'aveva convinto a riprendere. E lui l'aveva fatto, tornando a curarsi e riprendendo ad assumere gli psicofarmaci. Una vicenda, quella avvenuta a Rivalta, che ricorda da vicino quella di Grugliasco, con il femminicidio compiuto da Pasquale Piersanti ai danni della moglie Fernanda Di Nuzzo nella casa di via Moncalieri. Anche in quel caso, un assassinio compiuto a coltellate. E anche in quel caso, il femminicida soffriva di depressione ed era andato a curarsi.

Ma c'è una differenza: Pasquale Piersanti aveva smesso di fare terapie ed è stata proprio una frase della moglie («Devi tornare a farti curare») a scatenare la furia omicida dell'ex impiegato (No Vax) all'ospedale delle Molinette.

Alessandro Raneri invece no. Lui era tornato a farsi seguire e infatti quanto successo ieri mattina al secondo piano della casa di via XXV Aprile, a Rivalta, ha sbigottito tutti quanti. Perché nessuno avrebbe mai sospettato un finale simile. Toccherà agli investigatori fare chiarezza su quello che è l'ennesimo femminicidio nel Torinese (in procura a Torino il fascicolo è affidato al sostituto procuratore Elisa Pazé) ma quel che è certo è che tutto il paese, dagli amici ai vicini di casa, adesso è sotto shock. 

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