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La mostra

"I primi custodi della memoria": a Cuneo la mostra sulle sepolture paleolitiche

Fino al 30 settembre a Cuneo, mostra gratuita sui riti funerari paleolitici. Calchi di sepolture di 40.000 anni fa raccontano la nascita della coscienza umana.

"I primi custodi della memoria": a Cuneo la mostra sulle sepolture paleolitiche

Fino al 30 settembre, nella sede dell'Università di Torino a Cuneo, sarà possibile compiere un affascinante viaggio di oltre 40.000 anni indietro nel tempo. La mostra "I primi custodi della memoria. Le sepolture nel Paleolitico" offre infatti un'occasione unica per scoprire come i nostri antenati più antichi affrontavano il mistero della morte e come questo abbia influenzato la nascita della coscienza umana.

L'esposizione, curata da Giacomo Giacobini, Cristina Cilli e Giancarla Malerba, presenta la più importante collezione internazionale di calchi di sepolture paleolitiche. Dopo le tappe di Torino e Brescia, la mostra ha trovato casa nel suggestivo Palazzo ex "Macello" di Cuneo, dove rimarrà visitabile gratuitamente fino alla fine di settembre.

UNA MOSTRA SUGGESTIVA PER SCOPRIRE IL NOSTRO PASSATO
Quello che rende speciale questa esposizione non sono solo i reperti in sé, ma il racconto che sono in grado di trasmettere. Le sepolture paleolitiche rappresentano infatti il momento in cui l'umanità ha iniziato a elaborare un pensiero simbolico complesso, andando oltre la pura necessità di sopravvivenza per interrogarsi sul significato della vita e della morte.

I riti funerari dell'epoca, infatti, non nascevano da esigenze pratiche, ma da profonde riflessioni sul destino dell'individuo dopo la morte. Questo segna una tappa fondamentale nell'evoluzione sociale della nostra specie: la nascita della coscienza collettiva e del senso di comunità.

Tra i calchi più significativi esposti troviamo storie umane di straordinaria intensità:

  • La Dama del Caviglione, rinvenuta ai Balzi Rossi, ci racconta di una società che già 25.000 anni fa onorava i propri morti con elaborate cerimonie, utilizzando ocra rossa e conchiglie come ornamenti funerari;
  • Il Giovane Principe della Caverna delle Arene Candide rappresenta uno degli esempi più ricchi di corredo funerario paleolitico mai scoperto in Europa, testimonianza di una società già stratificata e complessa;
  • La sepoltura doppia del Riparo del Romito ci commuove ancora oggi: mostra come una comunità di 11.000 anni fa si sia presa cura di un individuo affetto da nanismo, proteggendolo e onorandolo anche nella morte. Un esempio di inclusione e solidarietà che attraversa i millenni.

Ogni calco esposto non è una semplice riproduzione, ma una "macchina del tempo" che immortala il momento esatto della scoperta archeologica. Una volta completato lo scavo, infatti, quel contesto scompare per sempre. Il calco diventa quindi l'unica testimonianza visiva di come i nostri antenati abbiano scelto di accompagnare i loro cari nell'ultimo viaggio.

INFORMAZIONI PRATICHE
La mostra è ospitata presso la sede dell'Università di Torino a Cuneo (Piazza Torino 3) ed è aperta dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 18:30, con ingresso completamente gratuito. L'unica pausa sarà durante la chiusura estiva dal 4 al 24 agosto.

Un'occasione imperdibile per riflettere sulle radici più profonde della nostra umanità, scoprendo come già decine di migliaia di anni fa i nostri antenati avessero sviluppato quella sensibilità verso la memoria e il ricordo che ancora oggi ci caratterizza come specie.

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