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il caso

Undici morti in sette giorni alle porte di Torino: residenti in allarme

Per sindaco e dottori «Non c’è nulla di allarmante». Ma i funerali si susseguono (e i decessi sono per polmonite)

La parrocchia di Santena

La parrocchia di Santena

Undici morti in soli sette giorni. Dal 16 agosto al 22 agosto. Tutti ultraottantenni, ad eccezione di due persone che avevano 68 e 72 anni. E quasi la metà di questi decessi sono avvenuti in una casa di riposo. La causa? In molti casi si sarebbe trattato di malattie alle vie respiratorie. Delle polmoniti gravi. Succede a Santena, un comune alle porte di Torino che di abitanti ne conta poco più di 10mila. Un paese con un numero di residenti così esiguo dove, appunto, ogni decesso “fa notizia”. In questo caso però, le morti inizierebbero ad essere troppe. Anche se né il Comune, né i dottori (per il momento) se la sentono di lanciare l’allarme.

Escalation di decessi
Il primo decesso della lunga serie è datato 16 agosto. A morire, è stata un’anziana di 91 anni. Nello stesso giorno è morta un’altra donna, che di anni ne aveva 94. Il giorno successivo, è morta una novantenne. E così via fino ad arrivare all’ultima morte, datata 22 agosto, di una 94enne. Undici persone che non ci sono più in una settimana appena. E quattro di queste undici sono decedute in una casa di riposo. Lunga serie di decessi che ha allarmato e non poco i residenti della piccola Santena. Non c’era più spazio, fuori dalla chiesa, per gli annunci funebri, talmente tante erano le persone morte. «In parrocchia, alla sera, si celebravano dei rosari in cui venivano ricordate anche quattro persone alla volta, un fenomeno che non succedeva dai tempi del Covid», raccontano alcuni residenti di Santena. Una situazione emergenziale che ha coinvolto anche il parroco del paese, don Giuseppe Zorzan. Chiamato dai suoi collaboratori della parrocchia, allarmati, mentre era in Spagna, al Cammino di Santiago di Compostela. Vista la troppa distanza, il don non ha potuto fare rientro a Santena e così è stato chiamato in fretta e furia per le funzioni un altro sacerdote. E a fare il super-lavoro, sono stati anche quelli delle pompe funebri, vista la quantità spropositata di esequie in un lasso di tempo così breve.

Un campanello d’allarme? Psicosi-polmonite? L’amministrazione comunale getta acqua sul fuoco. «Non c’è nulla di particolarmente allarmante», si affretta a dire il sindaco Roberto Ghio, secondo cui tutti questi decessi rappresentano «una coincidenza, dettata anche dal forte caldo di queste settimane. La popolazione, anche a Santena, ormai è sempre più anziana, ma non è il caso di allarmarsi». La pensa allo stesso modo anche il dottor Enrico Camponogara, referente dei medici di base nel comune di Santena: «Sono purtroppo dei decessi che possono verificarsi in una situazione di grande caldo - sottolinea il dottore - e l’allarme semmai dovrebbe scattare in presenza di decessi di persone giovani».

Niente allarmismi nemmeno per il dottor Giancarlo Orofino, medico presso la divisione malattie infettive all’ospedale Amedeo di Savoia: «Non vi è al momento una preoccupazione - afferma - per quanto riguarda le polmoniti. La nostra attenzione allo stato attuale è sul virus West Nile». Vale a dire la febbre del Nilo, un altro bel grattacapo per il Piemonte (e non solo). Ma se le istituzioni e i medici predicano la calma, di ben altro tenore sono i pensieri dei residenti di Santena. Che da una settimana abbondante sentono troppo spesso le campane suonare “a morto” e assistono a tanti rosari e funerali. Davvero è una coincidenza? E non bisogna preoccuparsi di tutte queste polmoniti? A Torino, intanto, tra le persone ricoverate proprio per una malattia alle vie respiratorie c’è l’arcivescovo emerito, Cesare Nosiglia. Che non rischia la vita ma da inizio agosto è all’ospedale Gradenigo.

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