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Grugliasco

Grugliasco, tra le fabbriche chiuse e quelle nuove: «La nostra città presto cambierà volto»

Parla il sindaco Emanuele Gaito: «Trasformeremo le difficoltà in opportunità per i nostri residenti»

Tra le fabbriche chiuse e quelle nuove: «La nostra città presto cambierà volto»

Negli ultimi mesi la città Grugliasco è spesso comparsa sui giornali in relazione alle difficoltà di alcune grandi aziende del territorio. Crisi industriali, stabilimenti chiusi e commesse perse sembrano delineare un quadro difficile. Ma la città non sta a guardare e il sindaco Emanuele Gaito ci racconta quali sono le sfide e le prospettive per il futuro.

Sindaco, molti associano Grugliasco alle crisi aziendali e alla chiusura di stabilimenti. È davvero un periodo così buio per la città?
«La situazione nasce soprattutto dal disimpegno di Stellantis nell’area torinese. Corso Allamano, che per decenni è stato l’asse portante dell’indotto Fiat – oggi Stellantis – ha inevitabilmente risentito di questo cambiamento. La chiusura dello stabilimento Maserati e la perdita di commesse da parte della Lear sono due esempi evidenti. È chiaro che anche Grugliasco subisce queste ricadute, ma non parliamo solo di un problema locale: quell’asse industriale ha dato lavoro a torinesi e piemontesi in generale. È una questione di sistema».

Come intende reagire l’amministrazione comunale?
«Già mesi fa abbiamo chiesto alla Regione Piemonte, alla Città Metropolitana e al comune di Rivoli di istituire un tavolo di lavoro dedicato a corso Allamano. Rivoli e Città Metropolitana hanno dato disponibilità, ma dalla Regione – che ha le competenze principali – nessuna risposta. Nonostante questo, stiamo portando avanti un’azione di sistema: dialoghiamo con interlocutori privati interessati a insediarsi qui, perché Grugliasco ha una posizione strategica, vicina alla tangenziale e ben collegata a Torino.»

Ci sono altri quartieri della città in fase di cambiamento, quale nuovo volto avrà la città nei prossimi anni?
«Grugliasco sta cambiando vocazione. È necessario avviare processi di rigenerazione urbana, soprattutto nelle aree industriali ormai inglobate nella città. Via Da Vinci è un’area chiave: dal campo BSR fino all’università ci sono ancora aziende, alcune attive e altre ferme. L’idea è lavorare con loro per spostarle, magari lungo corso Allamano, e liberare spazi da riqualificare. Senza dimenticare che si tratta sempre di trattative tra privati. Rimanendo in via Da Vinci, abbiamo la trasformazione dell’ex ospedale psichiatrico in un campus universitario: gli studenti potranno alloggiare nello studentato e trovarsi subito all’interno dei dipartimenti. Sarà un campus all’americana, con 250-300 posti letto. Siamo stati proprio noi a chiedere alla Regione di valorizzare quell’area, che si trova a ridosso del polo scientifico. Un altro caso è borgata Lesna, dove un tempo sorgeva l’area Pininfarina. Dopo tentativi non riusciti, oggi lì serve una nuova prospettiva: si trova a due chilometri dal polo scientifico, vicina al futuro cinema e a Torino. È un’area perfetta per diventare residenziale e attrarre famiglie. In questa zona si registra un crescente arrivo di giovani famiglie che acquistano nuove abitazioni e, paradossalmente rispetto ad altre aree più popolose, qui le nascite sono in aumento. Vogliamo inoltre valorizzare i servizi di quartiere: a settembre pubblicheremo un bando per l’affidamento del chiosco Tam Tam in via Echirolles, così da offrire nuove opportunità e servizi ai cittadini».

Quali sono, in questo scenario, i punti di forza di Grugliasco?
«Grugliasco ha una posizione unica. È vicina a Torino, ben collegata e con un’offerta di servizi completa: dall’asilo all’università, passando per le scuole superiori che accolgono studenti da mezza Torino. Poche città nell’area metropolitana possono vantare un sistema così integrato. Ecco perché sono convinto che Grugliasco abbia tutte le carte in regola per affrontare questa transizione e trasformare le difficoltà in opportunità».

Insomma, Grugliasco sta affrontando un passaggio delicato, ma dalle parole del Sindaco emerge la volontà di trasformare le difficoltà in occasione di rilancio, coniugando sviluppo, rigenerazione urbana e qualità della vita per i cittadini.

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