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L'ALLARME

«Non c'è più erba!» I pascoli piemontesi bruciati dal sole

Alpeggi ko: Coldiretti chiede alla Regione la discesa anticipata del bestiame

«Non c'è più erba!» I pascoli piemontesi bruciati dal sole
La pioggia caduta negli ultimi due giorni non è bastata a salvare la stagione in alpeggio in Piemonte, dove tre mesi di caldo intenso e siccità hanno bruciato i pascoli.
Coldiretti ha chiesto con forza alla Regione Piemonte di autorizzare la discesa anticipata dei margari, ovvero degli allevatori che portano il bestiame in montagna, per tornare in pianura e salvaguardare così le loro aziende.

«La stagione estiva termina con largo anticipo e in molte vallate è semplicemente da dimenticare», afferma Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino. «È un altro duro colpo all’economia d’alpeggio, che non è solo una parte identitaria del territorio montano, ma rappresenta un segmento fondamentale per l’intera economia alpina torinese. Parliamo di 460 alpeggi attivi distribuiti in 11 valli e circa 3.000 addetti che lavorano principalmente in imprese familiari».

Mecca Cici sottolinea l’importanza del lavoro dei margari, custodi delle tecniche tradizionali di produzione dei formaggi d’alpeggio, che costituiscono la maggior parte dei prodotti a indicazione d’origine della zona e hanno un alto valore aggiunto. Inoltre, molte aziende agrituristiche offrono ristorazione, pernottamento, manutenzione dei sentieri, vendita diretta di formaggi, burro e ricotte: «Sono tutte attività vitali che rappresentano il cuore dell’immaginario turistico alpino estivo».

Il caldo anomalo ha causato un grave problema: «I pastori sono saliti in montagna a giugno trovando le erbe già a fine fioritura e, in molti casi, già mature. Le alte temperature di giugno, luglio e della prima metà di agosto hanno letteralmente bruciato i pascoli, soprattutto quelli esposti a Sud-Sud Ovest». A complicare la situazione, la rapida fusione dei nevai ha ridotto le riserve d’acqua, in molti alpeggi manca persino l’acqua per l’abbeveramento degli animali.

La discesa anticipata, però, non può avvenire senza l’autorizzazione della Regione. Il sistema di sostegno europeo legato all’alpeggio prevede infatti che gli allevatori garantiscano una presenza minima al pascolo per poter accedere ai contributi. «La Regione Piemonte deve derogare all’obbligo del carico minimo in alpeggio senza escludere i margari dai premi di pascolo», spiega Coldiretti.

Lungo termine, Coldiretti evidenzia che «la crisi del 2025 è la conferma che bisogna cambiare le politiche agricole locali. Non possiamo più affrontare ogni anno le difficoltà come se fossero calamità eccezionali e imprevedibili. Il clima è cambiato definitivamente rispetto al Novecento». Serve dunque un nuovo approccio, che garantisca la presenza stabile dei pastori in montagna e riveda i criteri di sostegno alla monticazione per adattarli alla realtà climatica attuale.

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