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Il caso

Val Pellice, stagione deludente per la raccolta delle castagne: «Cinquanta quintali prodotti, ma superavamo i duecento»

Impressionante il confronto con le annate precedenti al cinipide galligeno. Ora, produzione dimezzata rispetto al 2023 e prezzi in calo

Val Pellice, stagione deludente per la raccolta delle castagne: «Cinquanta quintali prodotti, ma superavamo i duecento»

Foto d'archivio, Wikimedia

Si è chiusa con un bilancio negativo la stagione delle castagne in Val Pellice. L’associazione che riunisce i produttori di Torre Pellice, Villar Pellice, Bobbio Pellice e Lusernetta parla di numeri deludenti, nonostante le buone condizioni dei boschi irrigati.

«Sono cinquanta i quintali prodotti, a cui si aggiungono i quattordici di scarto» dichiara per l’associazione Piervaldo Rostan. Per capire la scarsità di prodotto basti pensare che nel 2023 i quintali prodotti erano stati novantaquattro. «Ed è ancora più impressionante il confronto con le annate precedenti all’arrivo del cinipide galligeno – sottolinea Rostan –. Quando si superavano i duecento quintali».

L’associazione ha evidenziato anche un calo di soci, scesi a una ventina, dovuto in parte all’età media elevata e all’aumento dell’impegno richiesto per mantenere i boschi. È stato sottolineato come oggi l’irrigazione rappresenti un fattore decisivo per ottenere buoni risultati, come dimostrano i produttori dell’inverso di Villar Pellice, che da due anni utilizzano un sistema di irrigazione a pioggia con esiti positivi.

Sulla scarsa resa hanno influito le condizioni climatiche. Nelle vallate, durante l’estate, le piogge sono state inferiori alla media, e la fioritura di giugno è durata meno del consueto, con conseguenze negative sull’impollinazione. È stata inoltre avanzata l’ipotesi che il vento frequente abbia contribuito a far seccare i fiori, riducendo ulteriormente la quantità del raccolto.

Anche il prezzo all’ingrosso si è rivelato insoddisfacente, oscillando tra 1,50 e 1,60 euro al chilo, contro i valori che negli ultimi dieci anni non erano mai scesi sotto 1,90. Secondo l’associazione, la causa sarebbe da ricercare nella buona produzione registrata in altre regioni italiane e nelle temperature più elevate, che avrebbero diminuito i consumi. È stato inoltre segnalato che la diffusione sul mercato delle castagne ibride euro-giapponesi genera confusione tra i consumatori, a causa di una qualità organolettica inferiore, con il rischio che chi le acquista resti deluso.

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