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salute
12 Novembre 2025 - 12:10
L'ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano (Torino)
A un anno e mezzo dall’avvio, la Discharge Room dell’ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano si conferma un modello di riferimento per la sanità piemontese. Nata nell’aprile 2024 come reparto di pre-dimissione gestito da personale infermieristico, ha permesso di ottimizzare i flussi ospedalieri, ridurre il sovraffollamento e liberare risorse nei reparti.
I risultati illustrano l’impatto dell’iniziativa: 797 pazienti presi in carico, 3.586 giornate di degenza restituite e 1,4 milioni di euro di risparmio rispetto al costo medio di un ricovero ordinario. L’area dispone di dodici posti letto attivi 24 ore su 24, destinati a pazienti clinicamente stabilizzati ma ancora in attesa di dimissione o di trasferimento in altre strutture.
Il modello, tra i primi in Italia, ha migliorato la gestione dei ricoveri e la continuità assistenziale, con un effetto positivo anche sul Pronto Soccorso. Oltre il 70% dei pazienti proviene dal 118 o dall’emergenza, e i tempi medi di permanenza si sono ridotti di cinque ore. Le specialità che ne hanno tratto maggior beneficio sono Ortopedia (30%), Medicina Interna (21%), Neurologia (12%) e Pneumologia (10%).
“Il principale valore della Discharge Room – dichiara Davide Minniti, direttore generale dell’Aou San Luigi Gonzaga – è aver reso più efficiente e razionale l’organizzazione del flusso di pazienti, migliorando la gestione dei ricoveri e ottimizzando l’impiego del personale sanitario.”
Per l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi, “è un modello organizzativo che mette al centro il paziente, con una presa in carico delle sue necessità di salute, di cura e assistenziali a 360 gradi”.
“Il valore di questa esperienza – aggiunge il direttore sanitario Salvatore Di Gioia – sta nella capacità di coniugare la personalizzazione dell’assistenza, la continuità delle cure e la valorizzazione del ruolo gestionale dell'infermiere nell'ambito di un modello organizzativo innovativo e dell'operatore socio sanitario.”
L’attivazione del nuovo reparto è stata resa possibile grazie ai fondi del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, nell’ambito del progetto regionale di rilancio della sanità pubblica, che ha consentito l’assunzione di tredici nuove risorse dedicate.
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