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Una cartolina da...

Una cartolina da...
Il Vercellese, nel Medioevo, era uno dei territori più ricchi del Piemonte: ne sono testimonianza ancora oggi imponenti borghi e manieri come quello di Rovasenda, comune oggi di 900 anime appena, circondato dalle campagne dedite alla coltura del riso. Ma nel Medioevo il riso non c’era. Rovasenda era un borgo della pianura, delimitato da boschi e campi, che poteva far gola a molti. A partire dal X secolo iniziò così la costruzione dell’imponente maniero circondato da un ampio fossato. Voluto dal conte Alberto di Rovasenda, nel corso del tempo l’edificio ebbe diverse funzioni: sia opera di difesa che dimora signorile. Certo, prevalentemente fu impiegato come elemento difensivo, dovendo sopportare assedi come quello postogli da Amedeo VIII di Savoia, che conquistò il paese ottenendo la sottomissione dei feudatari, precedentemente fedeli alla dinastia dei Monferrato. Con il passare del tempo, il castello si aggraziò, venendo ornato da elementi architettonici che lo rendono ancora oggi ben riconoscibile: ad esempio, la torre quadrangolare voluta da Antonio di Rovasenda nel Quattrocento, ad oggi uno degli edifici più alti del Vercellese con i suoi 48 metri di altezza. Oggi il paese è collocato al centro della provincia di Vercelli, servito da ben due linee ferroviarie.
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