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13 Marzo 2022 - 07:58
I medici d’emergenza scarseggiano e così ci pensa un algoritmo a indicare agli infermieri a bordo dell’ambulanza come intervenire sui pazienti. «Il Dipartimento Interaziendale per l’emergenza territoriale 118 ha redatto una serie di algoritmi clinico-assistenziali che consentono agli infermieri di gestire alcune condizioni cliniche urgenti in autonomia decisionale» denunciano dal sindacato dei medici Anaao Assomed Piemonte. Una scelta «al ribasso» sottolinea il sindacato, «che espone al rischio medici, infermieri e pazienti» e mira a rendere autonomi gli operatori sanitari che si trovano in prima linea a dover aiutare chi ha bisogno. «Si sarebbe dovuto, come chiediamo da tempo, rendere più attrattivo il lavoro del medico d’urgenza» commenta ancora l’Anaao Asoomed, che ora auspica una revisione complessiva del sistema del 118 «con un progetto strutturale e di largo respiro». L’idea è di intervenire su due fronti. Da un lato, «proporre la dipendenza ai medici del 118» e, dall’altro, formare ulteriormente il personale infermieristico, senza limitarlo a eseguire gli ordini di un algoritmo.
L'ALGORITMO “SALVA VITA” Vediamo nel dettaglio come funziona il sistema. Dopo una prima analisi del paziente, l’infermiere sceglie quale algoritmo utilizzare e contatta la Centrale Operativa per comunicarlo. «Sono strumenti che si utilizzano normalmente in ambito medico, infermieristico e più in generale nel mondo delle varie professioni sanitarie, e sono solitamente fondati su linee guida concordate dalle società scientifiche mondiali» specifica il Nursing Up, sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie. «Non si sostituiscono ma coadiuvano il professionista nell’esercizio delle sue funzioni - proseguono -. Non c’è alcun motivo per avere dei timori sul fatto che sia stato messo in atto qualcosa di nuovo o di poco funzionale». Eppure la paura di «controversie medico legali» appare evidente dalle parole dell’Anaao. Non è infatti improbabile che «sia richiesto a un medico di autorizzare, in pochi minuti, terapie su pazienti che non conosce» e che non ha davanti agli occhi. «Non tutti i pazienti sono in pericolo di vita, ma in tanti hanno sintomi che richiedono un accurato inquadramento clinico - spiegano ancora i sindacati -. La figura del medico, con le sue competenze, è funzionale a questi scopi essendo l’interlocutore più autorevole con cui il paziente, e i suoi familiari, possono confrontarsi». Sul tema è stato richiesto anche il parere dell’Ordine dei medici di Torino. «Crediamo che, anziché proporre una strisciante demedicalizzazione del 118, sia indispensabile prevedere una riorganizzazione complessiva del Sistema d’Emergenza Territoriale, che garantisca la migliore assistenza possibile ai cittadini valorizzando le figure professionali mediche e non mediche» conclude Anaao Assomed.
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