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TENNIS
04 Ottobre 2023 - 18:57
Jannik Sinner mostra il trofeo vinto a Pechino (foto Instagram)
Una delle qualità migliori dei campioni di razza è di non accontentarsi mai. Battendo martedì in semifinale Carlos Alcaraz all’Atp 500 di Pechino, Jannik Sinner si era garantito da lunedì prossimo il best ranking in carriera al n. 4, proprio come Adriano Panatta 47 anni fa. Mercoledì 4 ottobre nel tennis del 22enne di Sesto Pusteria non c’è stato neppure un briciolo di appagamento ed è arrivata anche la vittoria nel torneo, per 7-6, 7-6, in due ore e tre minuti di battaglia, ai danni del russo Daniil Medvedev. Non proprio un avversario qualunque, anzi colui che lo aveva sconfitto sei volte su sei e quest’anno nei match decisivi a Rotterdam e a Miami. Anche un altro tabù è caduto in questo 2023 indimenticabile dell’azzurro, che a Toronto aveva colmato la lacuna di non avere un Masters 1000 nel palmares. In realtà, anche se il trionfo ottenuto in Cina gli porterà la metà dei punti di quello canadese, il peso specifico della sua impresa è notevolmente superiore, considerando il rango dei rivali superati. Nell’atto conclusivo, il quinto dell’anno, del China Open l’altoatesino ha messo in pratica alla perfezione la tattica studiata a tavolino con i suoi due tecnici Simone Vagnozzi e Darren Cahill e, ispirandosi al Novak Djokjovic della finale degli Us Open contro Medvedev, si è affidato a molti serve and volley da destra. Ha vinto l’82% dei punti con la prima di servizio e il 71% con la seconda e ha risposto meglio. Si è anche dimostrato aggressivo negli scambi, effettuando molte discese a rete. Alla fine sono state ben 33, corroborate da 23 punti. Senza contare che il rendimento nei braccio di ferro da fondo campo è stato tutt’altro che disprezzabile. L’esito è stato segnato da due tiebreak, ma entrambi si sono conclusi sul 7-2, a conferma che, in prossimità della resa dei conti, Sinner è stato perfetto. In sede di premiazione ha esordito scherzando: «Grazie Daniil, per avermi fatto vincere almeno un match contro di te». Poi ha continuato «grazie anche per avermi reso un giocatore migliore. Ho lavorato molto tecnicamente con il mio team e sul fisico con il preparatore atletico. C’è ancora molto da fare e devo crescere sotto molti aspetti». La sua scalata è, dunque, destinata a proseguire. Mercoledì 4 ottobre Jannik ha conquistato il terzo titolo stagionale e il nono in totale, eguagliando Fabio Fognini e portandosi a -1 da Panatta.
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