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TENNIS
15 Novembre 2023 - 20:37
Adriano Panatta e Jannik Sinner si sono incontrati nella lounge allestita da Intesa Sanpaolo al Pala Alpitour in occasione delle Nitto Atp Finals
Jannik Sinner era un diamante grezzo che ha iniziato a brillare nel momento in cui c’è stato il cambio di coach nei mesi scorsi. Messa fine all’era Piatti nel febbraio del 2022, il 22enne di Val Pusteria ha puntato molto sulla preparazione fisica e su quella mentale, affidandosi al supercoach australiano Darren Cahill, allenatore di ben 8 numeri 1 al mondo in carriera. Ed è proprio lì che Jannik vuole arrivare: il primo passo verso la scalata alla classifica lo ha compiuto martedì notte battendo Novak Djokovic, il re sconfitto in 3 e 8 minuti al Pala Alpitour, a Torino: «Il posto migliore per batterlo», ha detto Jannik riferendosi all’apporto del pubblico torinese che lo ha trascinato al successo. Paradossalmente, però, per lui la qualificazione non è ancora certa. Si deciderà tutto questa sera a partire dalle 21, nella sfida contro il danesino Holger Rune: «Nel Round Robin - ha detto Sinner - la cosa positiva è che se perdi puoi qualificarti, quella negativa è che se vinci puoi uscire. Forse però proprio quello che mi serve è andare in campo sapendo che c’è un obiettivo e che bisogna giocare al cento per cento se voglio battere Rune, che sta giocando molto bene e si trova a proprio agio indoor. Sono contento di poter incontrare Holger». La semina è stata tanta dal punto di vista del lavoro. Quest’anno è arrivato il tempo di raccoglierne i frutti: c’è stato un grande lavoro fisico ma anche mentale svolto con il nuovo staff, come raccontato da Cahill al New York Times: «Vai in campo, crea un grande spettacolo. Sii coraggioso, gioca il tuo tennis migliore e non pensare troppo al risultato», ha detto l’australiano a Sinner per affrontare nel migliore dei modi le Atp Finals.
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«Jannik è alto, magro, ha una grande apertura di braccia e può generare grande potenza - ha detto al New York Times -. Andre Agassi (di cui è stato allenatore, ndr) ha rivoluzionato il gioco ai suoi tempi per come colpiva la palla, soprattutto dal lato del rovescio. Dai grandi giocatori del passato c’è tanto da imparare perché con la tecnologia di allora e con le racchette che avevano loro hanno semplificato molte cose». Di quei grandi Jannik ha attirato l’attenzione da tempo. «Sinner è il futuro. Lo vedo come un Top 5 e magari anche numero 1» diceva nel 2020 Goran Ivanisevic, coach di Djokovic.
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Sinner non ha un mental coach nel team ma lavora con il programma “Formula Medicine”, presente dal 1989 nel mondo del motorsport: «Mi danno degli esercizi al computer - aveva raccontato Jannik -, è divertente lavorare con loro ma poi devi tradurre tutto in campo». E sempre a proposito di campioni del passato, ieri Jannik ha ricevuto i complimenti di Adriano Panatta nella lounge allestita da Intesa Sanpaolo, uno degli sponsor dell’evento. L’ex numero 1 azzurro gli ha ribadito quanto detto in tv dopo aver battuto Nole: «Sinner è l’erede di Djokovic - ha detto -, diventerà n.1 al mondo e ci resterà per molto tempo».
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