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TENNIS
24 Gennaio 2024 - 11:32
Andrea Vavassori e Simone Bolelli
L’anno scorso quando al Roland Garros aveva vinto il suo primo match in singolare nel tabellone di uno Slam, battendo al quinto set il serbo Miomir Kecmanovic, Andrea Vavassori aveva ammesso di avere come obiettivo un titolo major in doppio. A distanza di neppure otto mesi il traguardo è a due vittorie di distanza. Il 28enne torinese e il 38enne bolognese Simone Bolelli ieri agli Australian Open hanno infatti superato nei quarti di finale per 7-5, 6-4 i tedeschi Tim Puetz e Kevin Krawietz e nella prossima notte italiana affronteranno in semifinale gli altri teutonici Yannick Hanfmann e Dominik Koepfer.
Il sogno tennistico di “Wave”, come viene soprannominato, è iniziato sul campo che nonno Arduino aveva costruito a Tetti Neirotti, frazione di Rivoli, dove ha iniziato a giocare con papà Davide, che è ancora il suo coach. Andrea ha continuato a studiare, conseguendo il diploma di Liceo Scientifico, poi si è preso qualche anno per capire se fosse in grado di fare strada con una racchetta in mano e la risposta è stata positiva. In singolare era già arrivato in tabellone a Wimbledon nel 2022 e vanta i quarti all’Atp 250 di Marrakech del 2023. Attualmente è n. 153 e ha un best ranking da n. 128. In doppio, invece, è n. 45 ed è stato anche n. 41. Si è imposto nel 2021 al Sardegna Open con il suo amicone Lorenzo Sonego e nel 2023 a Santiago del Cile con Andrea Pellegrino e a Marrakech con il brasiliano Marcelo Demoliner. Con Bolelli è stato finalista nella stagione passata sull’erba di Halle e sulla terra rossa di Umago.
A Melbourne Vavassori sta vivendo la sua esperienza più inebriante. «Siamo molto contenti - spiega - onestamente non ci aspettavamo subito di poter giocare una semifinale Slam ma il livello c’è e sapevamo che, forse in un mese o forse due, il risultato sarebbe arrivato. Abbiamo iniziato il torneo con le giuste aspettative, sappiamo di poter esprimere un gran tennis, ma poi è sempre il campo che parla. I primi due turni sono stati molto duri, mentre il match di ottavi lo abbiamo chiuso con un punteggio piuttosto comodo e anche oggi (ieri, ndr) abbiamo fatto un’altra grandissima prestazione. Ci siamo salvati in alcuni momenti delicati, sia nel primo sia nel secondo set, ma queste partite si decidono sempre su pochi punti. Bisogna stare lì e crederci, abbiamo rischiato un po’ anche perché affrontavamo una coppia molto collaudata e aggressiva. Li abbiamo affrontati con la mentalità giusta e ora ci godiamo questa esperienza di semifinale». I prossimi avversari saranno, dunque, Hanfmann e Koepfer: «Sono principalmente ottimi singolaristi, li abbiamo visti un po’ contro Granollers e Zeballos. Quando due singolaristi giocano spensierati il match può farsi sempre molto complicato. Magari hanno meno schemi da doppisti puri, ma hanno delle armi in più da fondo e nella risposta. Anche noi, però, siamo atipici, giochiamo bene da dietro, serviamo bene e non dobbiamo per forza fare i doppisti. Questo è un aspetto che sul tour ci differenzia».
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