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tutti pazzi per jannik
28 Gennaio 2024 - 19:19
Jannik Sinner è stato il primo a sbarcare a Torino per le Nitto Atp Finals nel novembre 2023
Diciasettemila e trencentonovantatre giorni sono passati da quel 13 giugno 1976. L’ultima volta che un tennista - uomo - azzurro vinceva un torneo del grande Slam. Allora c’era Adriano Panatta, vittorioso in 3 set sulla terra rossa di Parigi, al Roland Garros, dopo aver battuto tre set a uno l’americano Solomon. Da allora sono trascorsi 48 anni. A oltre 16mila chilometri di distanza - Melbourne, Australian Open, terra di canguri ma anche di Djokovic, Federer e Nadal - si è materializzato il sogno che tutti i tifosi e appassionati italiani si auspicavano, ovvero vedere Jannik Sinner trionfare in un grande Slam. Un sogno che Jan - come lo chiamano affettuosamente gli amici - ha cominciato a maturare a Torino, durante le Nitto Atp Finals, quando il ragazzo di Sesto Pusteria ha preso dimestichezza con la vittoria contro i migliori, contro i top five del circuito, di fatto svoltando mentalmente. Ebbene, anche quella di ieri, contro il gigante russo Medvedev (battuto a Torino in set 2 a 1 in semifinale prima di capitolare contro Djokovic nell’ultimo atto) è stata una vittoria ottenuta con la testa.
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Non il miglior Sinner del torneo. Colpa della pressione, tutta riversata sulle sue spalle. E della strategia messa in campo da Medvedev, partito a razzo, che lo ha messo alle corde, che lo ha messo sotto in poco più di un’ora di gioco per 2 set a 0. Jan, intontito dai colpi veloci e ben piazzati annaspava, girandosi più volte verso il suo angolo. «Forza, non mollare», i consigli dei coach Vagnozzi e Cahill. E così è stato. Quando tutti avrebbero gettato la spugna, Jannik ha resettato e con un atteggiamento da campione compassato ha scalato una rimonta che dopo un’ora di gioco sembrava impossibile: 3-6, 3-6, 6-4, 6-4, 6-4. Roba da non crederci. Roba da lasciarsi andare, sdraiato, sotto le stelle del cielo di Melbourne, dopo l’ultimo dritto vincente, scagliato chirurgicamente all’angolino, sulla riga.
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«Che dire? Grazie a tutti - ha detto Jan facendo il discorso riservato al campione -. Grazie alla mia famiglia che mi ha lasciato sempre libero di scegliere cosa fare nella vita». Tutta l’Italia ha fatto il tifo per la volpe rossa altoatesina: «Ho sentito così tante persone che mi guardavano alla tv da casa - ha aggiunto -. Mi hanno spinto a dare il massimo. Con due set sotto in poco più di un’ora mi sono trovato nei guai, ma ho cercato di rimanere positivo, seguire la mia strategia di gioco, che ho dovuto cambiare in parte. Daniil è un giocatore incredibile e ha dimostrato per l’ennesima volta di essere un incredibile combattente». Anche Jan, non ha mollato e ha vinto. Scrivendo la storia del tennis italiano, 17393 giorni dopo l’ultima volta.
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