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pianeta bianconero
03 Marzo 2024 - 23:27
Ancora una sconfitta a Napoli per la Juventus in trasferta al "Maradona"
La cabala non basta in casa Juventus per sbancare il “Maradona”. Esattamente cinque anni fa, il 3 marzo 2019, sempre con Massimiliano Allegri in panchina, i bianconeri vincevano per l’ultima volta nello stadio dei partenopei. La cabala, dicevamo, non è bastata. Il numero “3” bianconero, quello dei 3 punti in trasferta, continua a essere un numero ritardatario sulla ruota di Napoli. E chissà quando verrà estratto la prossima volta. Ancora una volta la spuntano i campioni d’Italia, con il solito giustiziere Raspadori.
COSI' IN CAMPO
Il posticipo tra Napoli e Juve finisce 2-1. Dell’emergenza a centrocampo, senza Rabiot e McKennie, si sapeva: solo a pochi minuti dall’inizio però, abbiamo conosciuto i sostituti. Il perno di metà campo Locatelli - fascia di capitano al braccio - viene affiancato da Miretti e dall’argentino Alcaraz. In fascia Allegri schiera Iling Junior sulla fascia mancina e il solito Cambiaso sulla destra. E’ in difesa, però, che si vedono le più grosse sorprese di formazione: fuori Danilo (appena tornato a disposizione) e Gatti; dentro Rugani e Alex Sandro. Davanti, Yildiz lascia spazio a Chiesa che affianca in attacco l’amico fraterno Dusan Vlahovic. E proprio Dusan Vlahovic è uno dei protagonisti assoluti del primo tempo. Il Napoli è dominante a centrocampo; palla al piede sembra essere devastante ma una volta arrivato dalle parti della porta di Szczesny non è mai incisivo. Le occasioni più grosse passano dai piedi di Vlahovic - ammonito, già diffidato salterà la sfida contro l’Atalanta - che prima colpisce un palo e poi non approfitta di un grossolano errore della difesa del Napoli, scagliando il pallone alto sopra la traversa. Gol sbagliato, clamorosamente va detto, gol subito: come per la più banale regola non scritta del calcio giocato. Un cross in area senza pretese del Napoli viene respinto di testa da Bremer, che indirizza il pallone verso Kvaratskhelia: il georgiano si coordina, e complice una deviazione di Cambiaso, porta in vantaggio il Napoli.
NELLA RIPRESA
Nella ripresa la Juve macina gioco: Chiesa e Vlahovic provano a dialogare ma sbattono sul muro di Meret. Il Napoli gestisce palla senza mai tentare l’affondo. Nel finale Allegri si gioca la carta tridente, inserendo Yildiz. I cambi sembrano fare subito effetto. Chiesa svaria su tutto l’arco offensivo e con una rasoiata dalla destra trova il pari momentaneo. Sì perché passano solo 6 minuti e il Napoli pesca il pari: fallo ingenuo in area del giovane Nonge su Osimhen. Il nigeriano sbaglia il rigore ma Raspadori brucia tutti, trovando il quarto gol contro la Juve e portando in dote tre punti pesantissimi per il Napoli.
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