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TENNIS
17 Ottobre 2024 - 21:30
Ancora una vittoria di Sinner - e sono quattro di fila - contro Djokovic
"Ancora tu? Non ci dovevamo rivedere più?", cantava Lucio Battisti. Ebbene, a soli quattro giorni dalla finale di Shangai, a Ryad, nella semifinale del torneo esibizione Six Kings Slam - ricco torneo saudita -, si sono subito ritrovati in campo Jannik Sinner e Nole Djokovic. Ancora una volta, ad avere la meglio, è stato l'azzurro che ha battuto l'ex numero 1 al mondo per 2 set a 1 per la quarta volta di fila. Dopo aver dominato il primo set (6-2), il vecchio leone si è preso il secondo set dopo il tie-break, vinto clamorosamente dal serbo 7-0. Al terzo, infine, Jannik si è imposto con il risultato di 6-4, ancora una volta imponendo il suo gioco, in 2 ore e 27 minuti di partita. Ora Jannik aspetta di sapere chi affronterà in fiinale: la somma stanziata per il vincitore è decisamente da capogiro: il prize money per il vincitore è infatti di 6 milioni di dollari (5.480.100 euro).
Sinner e il caso doping
Intanto nel pomeriggio di giovedì 17 ottobre sono arrivate le parole del Ceo dell'Itia Karen Moorhouse sul caso di "Sinner-clostebol": "Il processo di gestione dei casi antidoping è complesso e comprendiamo che può essere fonte di confusione comprendere le differenze di esito o le incongruenze percepite nel processo. Per essere assolutamente chiari, il processo è definito dal Codice mondiale antidoping, stabilito dall'Agenzia mondiale antidoping e dal Programma antidoping del tennis. Il modo in cui gestiamo i casi non cambia, indipendentemente dal profilo del giocatore coinvolto. Il modo in cui si svolge un caso è determinato unicamente dalle sue circostanze, dai fatti e dalla scienza".
"Interpretazione e applicazione delle regole"
"Nel caso di Sinner - ha continuato -, comprendiamo che l'attenzione dell'appello (della Wada al Tas di Losanna, ndr) è rivolta all'interpretazione e all'applicazione delle regole da parte del tribunale indipendente quando si determina quale, se presente, livello di colpa è applicabile al giocatore, piuttosto che all'indagine dell'Itia sui fatti e sulla scienza. Detto questo, riconosciamo che è nostra responsabilità lavorare con i membri della famiglia del tennis per garantire che ci sia fiducia nel processo e invitiamo a dialogare con i giocatori, i loro rappresentanti e i media su questo".
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