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GIORNATA GRANATA

Il Toro va a Parma, Vanoli fa 100 e svela gli obiettivi: "Chiudiamo la pratica salvezza". E manda un messaggio a Cairo su Elmas...

Il tecnico e la cifra tonda di panchine tra i professionisti: "Non lo sapevo nemmeno, ecco perché...".

Il tecnico del Torino, Paolo Vanoli (foto LaPresse)

Il tecnico del Torino, Paolo Vanoli (foto LaPresse)

Sembra sempre il solito film del Toro, troppo lontano dall’Europa per poter sognare e con un margine più che rassicurante per evitare di avere gli incubi della serie B. Per Paolo Vanoli, però, queste ultime undici partite hanno un senso importante: «È adesso che si costruisce il futuro, in più abbiamo tante motivazioni già per la trasferta di Parma - dice l’allenatore prima di partire per l’Emilia - perché vogliamo la terza vittoria di fila che non abbiamo ancora trovato (mancano da sei anni, ndr), abbiamo l’obiettivo di migliorare ulteriormente il girone d’andata e poi c’è da chiudere la questione salvezza». Basta tutto questo, dunque, per capire che i granata si presenteranno al Tardini vogliosi di proseguire nella striscia positiva. Anche perché saranno accompagnati da quasi tremila tifosi, e per Vanoli sarà una sfida speciale: non c’è solo il confronto con il suo passato, ma anche la 100esima panchina da professionista.

Vanoli, come si sente a tagliare questo traguardo?
«Non lo sapevo...Ho un difetto, che magari è un pregio: io non guardo al passato, ma spero di farne altre 100 perché vuol dire che non sto fermo. Nel percorso, la cosa che mi ha fatto più piacere è che tutto ciò che ho fatto, me lo sono conquistato. Ho avuto la fortuna di avere grandi allenatori, ma con umiltà ho imparato il lavoro. Non nego che nella prima panchina da professionista entrò un po’ di paura, ma è stato un bel percorso: posso ancora migliorare, guardo sempre avanti».

Torna a Parma: quali sono i ricordi?
«Un ricordo bellissimo. Ho avuto il piacere di giocare in una grande squadra: se ho raggiunto grandi risultati, è stato anche grazie a questi campioni che mi hanno insegnato tanto. Così ho conquistato la Nazionale, arrivai come un gregario...Lo dico ai miei giocatori, da questa esperienza sto dietro ai calciatori che giocano meno perché si può sempre diventare protagonisti. Parma è stato l’inizio di qualcosa di fantastico, anche oggi piano piano il nuovo presidente sta ripercorrendo un po’ a fatica quella storia».

Quali sono le insidie?
«Troveremo un Parma che lotta per la salvezza, conosco l’ambiente e possono metterci in difficoltà: hanno anche cambiato allenatore, è un’altra insidia, e noi dovremo stare sul pezzo perché sarà una partita complicata e non dobbiamo sbagliarla come approccio. Con nuove soluzioni abbiamo trovato continuità: come lavoro e mentalità siamo cresciuti tutti, i risultati lo dicono. Ma non dobbiamo fermarci, ogni partita è una finale. Dobbiamo continuare a migliorare, serve costruire una base per il futuro».

Ora Elmas è davvero in forma…
«In forma è una parola grossa, ma è un giocatore che ha portato tecnica e mentalità: sto cercando di fargli capire che qui al Toro può diventare protagonista, poi toccherà alla società…Intanto Lazaro ha rinnovato: se lo merita».

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