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Il ministro Abodi: "Niente nazionale per chi scommette". E scoppia la polemica...

L'Assocalciatori: "Si ricordi che nell''82 c'era Paolo Rossi, che aveva sbagliato e pagato..."

Il ministro Abodi: "Niente nazionale per chi scommette". E scoppia la polemica...

Il ministro dello sport Abodi (foto LaPresse), nel tondo Nicolò Fagioli (foto LaPresse)

Non si placano le polemiche intorno alla vicenda Scommessopoli, vicenda che ancora una volta ha visto coinvolti alcuni dei protagonisti che ultimamente vestono anche la maglia della Nazionale Italiana. Da Tonali a Fagioli fino ad arrivare al granata Samuele Ricci. E proprio a tal proposito, martedì 15 aprile, è andato in scena un botta e risposta a distanza tra il ministro dello Sport, Andrea Abodi e l'Assocalciatori sul tema della Nazionale e dei giocatori coinvolti nel caso scommesse. "La maglia azzurra la vestono i migliori - ha detto il numero uno del dicastero dello Sport - non soltanto nel comportamento sportivo ma nel comportamento in generale. Io credo che, così come ci ha dimostrato con pragmatismo e senso dei valori Spalletti, la maglia azzurra sia un onore. Non deve essere un elemento di mortificazione, ma è un tema di responsabilità, non si può dare un esempio sbagliato e pericoloso. Le federazioni si muovono in autonomia, il mio però è un pensiero coerente", spiega dopo aver partecipato all'assemblea del calcio femminile.

Non tutti sono d'accordo però. Come il presidente dell'Assocalciatori Umberto Calcagno: "Ricordo che l'articolo 27 della Costituzione prevede la funzione rieducativa della pena. Chi ha fatto i conti con la giustizia sportiva deve fare parte del nostro mondo in maniera completa. Al Mondiale dell'82 c'era Paolo Rossi, che in precedenza aveva sbagliato e pagato. Recuperarlo all'azzurro fu un valore aggiunto, sportivo e umano".

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