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NON SOLO CALCIO

Da La7 ai conti della Cairo Communication, alla contestazione dei tifosi del Toro: il maggio nero di Cairo

La redazione dell'emittente tv è sul piede di guerra, mentre i conti della trimestrale della holding fanno segnare un rosso

Il presidente del Torino, Urbano Cairo

Il presidente del Torino Urbano Cairo

Dopo anni di profondo rosso, il bilancio del Torino Fc è tornato in attivo, grazie alle plusvalenze realizzate con le cessioni di Alessandro Buongiorno al Napoli e di Raoul Bellanova all'Atalanta nell'estate del 2024. Al centro di dure contestazioni da parte dei tifosi granata - il 4 maggio scorso più di 20mila tifosi in corteo hanno chiesto a gran voce all'editore alessandrino/milanese di farsi da parte e vendere la società granata -, Urbano Cairo è al centro di dure polemiche anche all'interno delle sue aziende.

Da una parte ci sono i dipendenti de La7 che hanno minacciato 3 giorni di sciopero - "L'assemblea dei giornalisti de La 7 chiede all'azienda - si legge tra le richieste avanzate dalla redazione all'editore e al direttore Mentana - divulgata nei giorni scorsi  e al direttore il riconoscimento concreto dell'impegno della redazione attraverso i corretti strumenti del Cnlg e degli accordi integrativi aziendali, l'adeguamento degli organici e degli stipendi dei neoassunti, un piano per la stabilizzazione dei colleghi precari, progetti editoriali chiari e regole per favorirne lo sviluppo, dall'altra i conti della Cairo Communication, che hanno fatto ancora una volta registrare il segno meno da quanto si apprende visionando i conti dei primi tre mesi dell'anno, chiusi con un risultato netto di pertinenza del gruppo negativo per 2,1 milioni (da -2 milioni nel periodo analogo del 2024).

I ricavi lordi consolidati sono pari a 246,5 milioni (da 244,2 milioni). Il margine operativo lordo (ebitda) e il risultato operativo (ebit) si attestano rispettivamente a 20 milioni e -1,9 milioni (da 16,2 milioni e -2,8 milioni), con il gruppo che spiega di avere «un andamento stagionale delle attività che penalizza normalmente i risultati del primo e del terzo trimestre dell’anno». La Pfn (posizione finanziaria netta) consolidata a marzo 2025 è pari a 47,3 milioni (da 21,5 milioni di fine 2024).

Com’è noto, dopo il trimestre si è anche conclusa l’opa volontaria parziale sulle azioni proprie promossa dalla società. Al termine del periodo di adesione è stato portato in dote all’offerta il 10,61% del capitale. Quanto al futuro, la holding ritiene che «sia possibile confermare l'obiettivo di conseguire nel 2025 margini (ebitda) fortemente positivi, almeno in linea con quelli realizzati nel 2024 e di proseguire con un'ulteriore generazione di cassa dalla gestione operativa».

 

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