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Lo stadio
16 Luglio 2025 - 17:00
Il Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia ha respinto la richiesta di sospensiva presentata dal Comitato Sì Meazza contro la vendita dello stadio di San Siro e delle aree urbane circostanti da parte del Comune di Milano alle società Milan e Inter. Secondo quanto si legge nella sentenza, "non emergono profili che possano indurre ad una ragionevole previsione favorevole ai ricorrenti" e "ci sono seri dubbi sull'ammissibilità dei ricorsi".
Il Comitato aveva impugnato alcune delibere e atti pubblici relativi al bando di vendita dello stadio, fissato a 197 milioni di euro secondo la valutazione dell’Agenzia delle Entrate. In discussione anche il parere della Soprintendenza sul possibile vincolo architettonico relativo al secondo anello del Meazza, con divergenze sull’interpretazione della data da cui far decorrere i 70 anni di vetustà: gennaio 1955 per il Comitato, novembre 1955 per il Comune. Ma il Tar ha ritenuto plausibile la valutazione della Soprintendenza, che si è basata sul verbale di collaudo provvisorio datato 10 novembre 1955.
Nel motivare il rigetto della sospensiva, i giudici hanno rilevato l’assenza del “periculum in mora”, ovvero il rischio di un danno irreparabile, poiché la demolizione dello stadio – comunque non prevista prima del 2030 – è ancora lontana nel tempo. Questo passaggio ha di fatto rafforzato la posizione del Comune, che ora potrà proseguire speditamente con l’iter di vendita.
Con il pronunciamento del Tar, la giunta guidata da Giuseppe Sala torna a concentrarsi sulle procedure amministrative: l’obiettivo è approvare la delibera entro il 31 luglio, con una prima data utile fissata per lunedì 21 luglio. Ma il clima resta teso. Non solo i Verdi in Consiglio comunale, che attraverso il capogruppo Tommaso Gorini ribadiscono la loro storica opposizione all’operazione: “Questo percorso non è la scelta giusta per la città”, ha dichiarato. Anche tra i cittadini restano forti le perplessità, come dimostrano le iniziative legali e le proteste civiche.
Il caso San Siro, intanto, è sotto la lente della Procura di Milano, che ha aperto un’inchiesta per far luce sulla cessione del Meazza e per verificare eventuali anomalie nei procedimenti. L’iniziativa giudiziaria si aggiunge alle polemiche di natura politica e ambientale che da anni ruotano attorno alla sorte dello stadio simbolo del calcio italiano. Se da un lato il Tar ha spianato la strada alla vendita, la deadline del 10 novembre 2025 – quando il secondo anello raggiungerà ufficialmente i 70 anni – resta un punto nevralgico per eventuali vincoli architettonici futuri. Intanto, il Comune e le due società calcistiche accelerano per concludere l’operazione, ma la vicenda è ben lontana dall’essersi chiusa.
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