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L'intervista

Luciano Spalletti: “L’esonero dalla Nazionale mi toglie il sonno. Ma risceglierei sempre quegli uomini”

L’ex ct azzurro si confessa in una lunga intervista a Repubblica: “La Nazionale non si sceglie, ti chiama. E io ho sacrificato tutto per il calcio”

Luciano Spalletti: “L’esonero dalla Nazionale mi toglie il sonno. Ma risceglierei sempre quegli uomini”

Luciano Spalletti torna a parlare dopo l’addio più amaro: quello alla panchina della Nazionale. Lo fa con toni profondi e riflessivi, raccontando le ferite ancora aperte di un’esperienza breve e tormentata. “L’esonero dalla Nazionale? Non mi passa mai. Mi toglie il sonno, mi condiziona in tutto”, confessa in un’intervista al quotidiano la Repubblica. “Certe volte mi sembra di essere felice, ma poi mi torna in testa quella cosa lì. Non sono riuscito a far capire ai ragazzi che gli volevo bene”.

Spalletti ripercorre l’entusiasmo e il senso di responsabilità provato al momento della nomina: “Quando mi hanno proposto di guidare la Nazionale non ci ho dormito due giorni. La cicatrice sarà dolorosa anche quando sarà guarita. Ma non era un errore accettare: la Nazionale non chiede, la Nazionale chiama. Devi gonfiarti il petto e metterti a disposizione. È uno dei concetti che stiamo perdendo”.

E nel corso del colloquio, l’ex ct apre anche uno squarcio sul suo personale rapporto con il calcio, fatto di dedizione totale: “Mi ha rovinato la vita. Ho voluto più bene al calcio che a me stesso. Gli ho sacrificato le persone a me più care”. Nonostante l’uscita prematura dell’Italia da Euro 2024 e le critiche piovute su squadra e allenatore, Spalletti non scarica responsabilità: “Anche se è finita così e la responsabilità è solo mia, non mi priverei mai di Bastoni, Barella, Dimarco. Quel gruppo di calciatori è forte, di alto livello. L’ho detto anche a loro: non vi fate fregare da chi dice che siete scarsi”.

Poi riflette su ciò che non ha funzionato: “Dopo l’Europeo pensavamo di aver ritrovato la via giusta. Ma poi, come succede a volte, scavi il solco per far scorrere l’acqua, ma quella prende un’altra strada e si crea una voragine. Da marzo a giugno, tra Germania e Norvegia, abbiamo preso gol troppo banali. Anche nell’ultimo ritiro sono successe cose inaspettate, infortuni continui anche solo dopo venti minuti di allenamento”. Spalletti respinge l’idea di un gruppo che lo abbia respinto: “Se fosse vero che mi hanno rigettato, allora avrei sbagliato completamente le mie valutazioni. Ma io risceglierei sempre quegli uomini e quei calciatori”.

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