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Arbitri
25 Agosto 2025 - 11:30
“A seguito di revisione il numero 11 della Lazio è partito in posizione di fuorigioco. Decisione finale: fuorigioco”. Voce chiara, tono deciso. A parlare è Gianluca Manganiello che al 18esimo minuto di Como-Lazio ha appena scritto la storia del campionato italiano: per la prima volta un arbitro spiega in diretta allo stadio le ragioni di un annullamento.
E a firmare questa svolta è proprio Manganiello, arbitro di Pinerolo, che divide gli addetti ai lavori. A oltre 40 anni, molti lo giudicano ancora acerbo, privo di uno stile personale marcato. Eppure, allo stesso tempo, è considerato un fischietto estremamente affidabile: senza picchi di spettacolarità, ma con pochissimi errori gravi. Una conduzione ordinata, senza clamori, né verso l’alto né verso il basso.
Dietro il volto dell’arbitro c’è una storia di tenacia e doppia vita professionale. Nato a Pinerolo nel 1981, analista finanziario di mestiere, Manganiello affonda le radici familiari a Pattano, in Campania, da cui non ha mai reciso i legami. Sposato con Chiara, padre di Matteo e Vittoria, a soli 15 anni entra nell’AIA. Undici anni più tardi debutta in Serie D, nel 2010/11 approda tra i professionisti, nel 2012/13 arriva in Serie B. L’esordio in Serie A è datato 18 maggio 2014, Chievo-Inter. Dal 2017 è stabilmente nella massima categoria, con oltre venti partite a stagione.
L’ultima annata, la 2024-25, lo ha visto protagonista con 17 gare dirette in Serie A. I numeri parlano di un arbitro equilibrato: 48 cartellini gialli, 3 rossi, appena 3 cartellini a gara, 45 fuorigioco, 3 rigori concessi e 412 falli fischiati. Un approccio che privilegia il controllo senza ricorrere a sanzioni pesanti.
Manganiello ora entra nella storia non per un errore, non per una polemica, ma per aver dato voce – letteralmente – al Var. Un arbitro che resta sotto osservazione ma che oggi ha già consegnato il suo nome alle cronache del calcio italiano.
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