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PIANETA GRANATA
26 Agosto 2025 - 20:38
A sinistra, Marco Baroni. A destra il presidente granata Urbano Cairo
Non c’è limite al peggio in casa Toro: in questi vent’anni - sì, il prossimo 2 settembre saranno due decenni esatti dell’era Cairo - si era assistito a tutto o quasi. Lunedì sera, però, la squadra granata ha toccato un altro minimo storico, quello della peggior partenza di sempre in un campionato: cinque gol incassati - a zero - contro l’Inter. Un’umiliazione del genere non si era mai vista nella ultracentenaria storia granata. Come se non bastasse, dietro quattro dei cinque gol incassati da Franco Israel c’è lo zampino - un errore/orrore - della difesa granata. «Un solo gol è stato costruito dall’Inter - ha sottolineato uno sconsolato Marco Baroni -, gli altri sono stati errori nostri che non possiamo concedere a un avversario di valore. La squadra deve crescere e velocemente perché abbiamo un avvio di campionato difficile, devono essere delle opportunità per noi e questa sconfitta deve darci quella spinta, quel dolore, per trovare l’equilibrio e la compattezza che vogliamo».
Anche Baroni però, va detto, ha dimostrato di capirci ancora poco del materiale umano che ha a disposizione. Se contro il Modena poteva avere una giustificazione l’accantonamento di Maripan (partito dalla panchina) in favore di Saul Coco - proposto a destra e a manca tra Arabia e Russia durante tutto l’arco del calciomercato -, a San Siro ci si aspettava di vedere l’ex capitano del Monaco in campo dal primo minuto, e invece... «Cosa è successo a Maripan?», la domanda più frequente che si sono posti i tifosi del Toro dopo l’ennesimo mancato utilizzo del centrale cileno. E dire che la difesa granata aveva già mostrato i suoi enormi difetti per tutto l’arco del pre-campionato, dove la squadra di Baroni è riuscita a incassare la bellezza di undici reti in 5 partite che sommate alle cinque di ieri fanno praticamente 16 in poco più di un mese. Non c’è limite al peggio, dicevamo, ma a questo punto, si salvi chi può. I tifosi, intanto, hanno già cominciato a rimpiangere, sempre tra le chiacchiere da bar che si fanno via social, Paolo Vanoli: «Aridatece Vanoli», i messaggi spuntati su “X” a favore di un ritorno dell’ex allenatore del Venezia.
Tornando a Baroni, cambiare in corso non è mai facile, figuriamoci se lo si fa - a proposito di moduli - dopo aver lavorato per 40 giorni su uno schieramento poi cambiato repentinamente a pochi giorni dall’esordio in Serie A, per inserire un playmaker come regista. La sensazione, però, che a questo Toro più che un terzino sinistro - in corsa per il ruolo c’è sempre l’ex Ajax, l’olandese Salah-Eddine, ora in forza alla Roma - possa servire anche un difensore centrale mancino (Lorenzo Pirola?), come sottolineato da Baroni stesso in conferenza stampa nel post-partita. Il tempo stringe in casa Toro. Domenica - inizio ore 18:30 - c’è un altro test probante contro la Fiorentina. Il Toro deve resettare e ripartire per non finire in un vortice infinito di negatività.
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