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GIORNATA BIANCONERA
28 Ottobre 2025 - 19:10
Il direttore generale della Juventus, Damien Comolli (foto Wikipedia)
Questa volta proprio non si può proprio sbagliare, in ballo ci sono una caterva di milioni e soprattutto la faccia di tutta la dirigenza. La Juventus è di nuovo costretta a cercare un nuovo allenatore, la bocciatura di Igor Tudor è l’ennesimo fallimento di tutta la macchina bianconera. E, adesso, si ripartirà ancora da zero, con un nuovo tecnico cui affidare una squadra che appare tutt’altro che competitiva per i traguardi cui ha abituato il club da oltre un secolo a questa parte. Ecco perché si tratta di una “patata bollente”, con il futuro allenatore che giustamente riflette sulle potenzialità di guidare la Juve ma anche sui rischi che comporta una panchina che ha bruciato fin troppi colleghi negli ultimi anni.
Il principale candidato rimane Luciano Spalletti, a maggior ragione dopo le dichiarazioni d’apertura al mondo bianconero: «Parliamo di un grande club, ha una grande storia per cui tutti l’allenerebbero volentieri: potrebbe essere la fortuna di ogni allenatore» le parole dell’ex commissario tecnico della Nazionale. Poi dedica un pensiero al tecnico silurato, «Tudor è una persona seria e un uomo vero, sarà fortunato chi lo sostituisce e mi dispiace per lui» le parole per il croato, e infine non mette fretta a nessuno, nemmeno a se stesso: «Ho l’ambizione di rimettere a posto quel che mi è successo (in Nazionale, ndr), aspetto con serenità quel che mi passa davanti». Intanto, c’è un grande ex, seppur non juventino, che ha avanzato la candidatura del tecnico di Certaldo: «Torino è vicina a Milano e sono soltanto 100 chilometri, magari però trovi il casello chiuso - il siparietto con Totti, il quale era presente a Milano insieme a Spalletti per presentare lo spot di Amaro Montenegro in cui sono i due protagonisti - e lo vedrei bene alla Juve, però non dipende solo da lui e ci sono tante dinamiche». Alcune di queste sono legate alla durata del contratto e all’eventuale ingaggio, con il toscano che rappresenterebbe un investimento non da poco per una società già costretta a pagare gli esonerati Tudor e Thiago Motta fino al 2027. È proprio su questo che sta lavorando il direttore generale Comolli, impegnato a risolvere la “grana” allenatore nel più breve tempo possibile.
Spalletti rimane il grande favorito, ma la dirigenza bianconera si tiene aperti più spiragli nel caso in cui non si arrivasse all’accordo definitivo. Con ogni probabilità, però, sarà un allenatore italiano: le alternative al toscano, infatti, portano sempre all’altro ex ct Roberto Mancini e soprattutto a Raffaele Palladino, cresciuto da calciatore nel settore giovanile bianconero. C’è da fare in fretta, anche perché poi il prossimo impegno è dietro l’angolo: passata l’Udinese, si andrà a Cremona per l’anticipo di sabato sera. E l’ex Toro Nicola aspetta i bianconeri con il coltello tra i denti, con quell’uscita di Tudor («Se avessimo trovato la Cremonese al posto del Milan, saremmo primi» disse il croato) che ha infuocato gli animi dei lombardi.
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