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Sportegolando

di lorenzo dp

Foto: Depositphotos

SCARAMANZIA «Ci penso spesso: potrei diventare il capitano del terzo Scudetto. Essere accostato a un simbolo del genere mi mette i brividi: se e quando sarà mi aspetta un'altra emozione incredibile. Vivo qui da 4 anni e ho imparato le regole della scaramanzia, oltre a conoscere la matematica. Dobbiamo fare altri punti: stiamo facendo qualcosa di incredibile e abbiamo l'opportunità di vincere. Un po' ho pensato al giorno dello Scudetto, ma non immagino cosa potrà accadere in città. Non vediamo l'ora di festeggiare. Le coppe? Per il calcio italiano è un segnale di riscossa, il nostro movimento sta rialzando la testa ed è un vanto per tutti». Giovanni Di Lorenzo, l'orgoglio di un'intera città SLA «Sono convinta che se Stefano non avesse fatto il calciatore non si sarebbe ammalato o magari questo sarebbe successo in età avanzata. Invece è morto giovane perché ha giocato a calcio. Vialli e Mihajlovic? Tutto riporta alla mente quei drammatici ricordi. Mi metto dalla parte delle mogli anche se non le conosco. Il nostro percorso è simile, i nostri mariti facevano lo stesso lavoro. E questo mi induce a fare delle riflessioni, anche sulla mia storia. La Sla in particolare ha colpito negli anni troppi calciatori, in età giovanile o da adulti. Lo dicono le statistiche e le ricerche, pure le più recenti. Se Stefano avesse fatto un altro tipo di vita non si sarebbe ammalato». Chantal, vedova di Stefano Borgonovo
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