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"La chiocciola"

Terminate le riprese del film dedicato agli hikikomori: il primo ciak fu a Torino

La pellicola sul fenomeno dei ragazzi che vogliono isolarsi uscirà nel 2024: Il regista Roberto Gasparro: «E' stata una pellicola difficile, la più complessa che abbia mai girato»

La chiocciola

Una scena del film "La chiocciola"

Si sono appena concluse a Cuccaro Vetere, in provincia di Salerno, le riprese di "La Chioccila" di Roberto Gasparro. Ma è di Torino il merito di avere tenuto a battesimo, qualche mese fa (con il supporto della Film Commission Torino Piemonte) il primo ciak del primo film dedicato al fenomeno, sempre più dilagante, degli hikikomori, termine giapponese che indica le persone che hanno deciso di “stare in disparte”, di isolarsi dalla società e che, purtroppo, nella maggior parte dei casi, riguarda i giovanissimi. In Italia sono oltre 40mila, negli USA oltre 500mila.

Il cast

Nel cast Enzo Decaro, Vittoria Chiolero, Daniela Freguglia, Max Cavallari, Tony Sperandeo, Massimiliano Rossi, Ilaria Antonello e Mauro Tarantini. Le musiche sono del Maestro Carmine Padula.

La trama

Vittoria è una ragazza hikikomori di quindici anni. Passa il tempo nella propria camera a fotografare le persone dalla finestra, a giocare ai videogame, a leggere fumetti e a guardare video, spaventata dalla società esterna, dai suoi ritmi indiavolati e vorticosi, senza amicizie vere, profonde. I rapporti inesistenti con i genitori separati, la madre imprenditrice di successo nel campo della moda e il padre, trasferitosi a New York, portano la ragazza a fidarsi solo del nonno, botanico e ricercatore che vive isolato da tempo in un paesino del Cilento, Cuccaro Vetere, completamente immerso nella natura. Francesco ha trascorso molto tempo insieme alle tribù dei Nativi Americani apprendendo da loro le tecniche della permacultura e della conservazione dei semi. Qui si rifugerà Vittoria, tra i ritmi lenti della campagna, l’amore e la saggezza del nonno, per ritrovare equilibrio e riprendere il senso della sua vita.

Dichiarazioni

«E' stato un film difficile, il più complesso che abbia mai girato – racconta il regista -. Ho dovuto rivedere parte della sceneggiatura in corso di riprese, una scena del film mi ha fatto capire che forse c'è ancora molto da scoprire e da studiare sul fenomeno hikikomori. E' stato toccante per tutti noi della troupe girare le scene nella cameretta di Vittoria. Abbiamo capito molte cose, speriamo che il film aiuti tutte le famiglie che vivono questa situazione a capirne un po' di più. Il mio obiettivo è solo quello di sensibilizzare, non quello di proporre soluzioni per questi ragazzi, non ne ho le competenze, dico solo loro che li comprendo e che gli sono vicino, molto vicino».

«Leggendo di recente alcuni articoli – sottolinea il regista Roberto Gasparro - mi ha incuriosito la definizione della nostra società come 'liquida', in cui, secondo il sociologo Bauman, “i legami sociali tra gli individui sembrano divenire sempre più inconsistenti e fragili, facendoli vivere in una dimensione di continua incertezza, dal punto di vista affettivo e lavorativo. La paura della società, sempre più narcisista, basata sull’ideale della vergogna, dove l’esposizione del corpo è richiesta, dove occorre saperci fare, sapersi presentare, dove è fondamentale non vergognarsi. Una società, quella attuale, liquida, che non tollera la goffaggine o una certa sensazione di bruttezza, che va sempre più veloce e che non aspetta nessuno.” E' in questa società che vivono i nostri ragazzi. Gli hikikomori sono i nostri figli che non hanno retto alle pressioni della società. A loro dedico il mio film».

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