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Barriera di Milano

L’ultima “Opera Viva” a testa in giù di Torino

Si intitola “Produzione cosmetici” il manifesto di Alessandro Bulgini che sarà inaugurato il 16 ottobre

opera viva

L'Opera Viva di piazza Bottesini

Mancano ormai poche settimane all’11esima edizione di Flashback Art Fair (si terrà dal 2 al 5 novembre prossimo negli spazi di Flashback Habitat in corso Giovanni Lanza 75) e ora che la fiera ideata da Ginevra Pucci e Stefania Poddighe è in dirittura d’arrivo, volge al termine la rassegna che, come di consueto, ormai da nove anni, la anticipa, ovvero “Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto”.


Si inaugurerà il 16 ottobre, così, prossimo (ore 18,30) il manifesto “Opera viva, produzione cosmetici 2023”, ultimo appuntamento con il progetto di arte pubblica cui ha dato vita nel 2015 Alessandro Bulgini e che negli anni ha ospitato più di 50 artisti italiani e stranieri, interpreti dello spazio pubblico di 6x3 metri nella piazza di Barriera di Milano.
A firmare l’opera, il cui titolo fa riferimento alla frase dell’artista Ulay “l’arte senza etica è solo cosmetica”, è lo stesso Bulgini. Come per gli altri manifesti di quest’anno “Luigi, l’addetto alle affissioni” - denominazione scelta per Opera Viva 2023 - lo appenderà all’incontrario, in linea con il tema del ribaltamento che fa da fil rouge alla rassegna.


«Nel ribaltamento - spiega Bulgini - si crea una distanza tra il fruitore e l’oggetto, è come un filtro, una patina, la percezione non è più pigra come di solito nella realtà che conosciamo, cambia la nostra modalità percettiva, la stessa cosa diventa sconosciuta e per questo cattura la nostra attenzione. Duchamp porta l’oggetto a nuova funzione, il ribaltamento in questo caso non porta a niente di conosciuto, si perdono le coordinate, niente è più riconoscibile, siamo costretti a navigare in un nuovo mondo, un nuovo oblio, un altro grado di percezione dove si attiva l’inconscio».


Un tema, questo, che nella ricerca artistica di Bulgini ritorna spesso, come nei quadri dei cicli “Le dejeuner sur l’herbe” del 1993 e “ Hairetikos” del 2001, o nelle installazioni.

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