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Novità in libreria
30 Giugno 2024 - 10:20
Un cono d’ombra da cui osservare il declino della prima capitale d’Italia, un punto di vista privilegiato e inedito. È quello che offre il “memoir” di Massimo Gerbi, appunto, “All’ombra del declino” in cui l’autore attingendo a piene mani dalla propria biografia offre una panoramica della Torino del “boom economico”, un periodo di speranza e crescita, descritto attraverso gli occhi di un giovane che, tra il Filadelfia e la Maratona, vive in una città vibrante e in espansione. Prima di inquadrarne il lento scivolare nella nebbia, quel grigio che è cifra stilistica e presagio di un declino inesorabile.
Il tono cambia rapidamente, però, quando l’autore esplora il lento capitolare di una industria fatta, soprattutto, di etica del lavoro, segnando cosi la fine di una industria e di un’era, colpendo duramente l’economia locale e il morale dei suoi abitanti che si fa carne nella progressiva chiusura delle fabbriche nella cornice di una estenuante lotta di una città che tenta di reinventarsi. E poi il Toro. Simbolo e nome della città.
Un aspetto centrale del libro di Gerbi è, infatti, la storia del Torino Calcio, intrecciata con quella della famiglia dell’autore, figlio di Mario che è stato presidente del Torino FC dal 1987 al 1989, un periodo caratterizzato da grandi sfide e controversie. Massimo, che ha seguito le orme del padre sia nell’azienda di famiglia che nel calcio, offre una prospettiva unica sulle dinamiche interne della squadra granata e sul calcio italiano. L’autore non esita a svelare retroscena inquietanti e a criticare apertamente figure influenti come Luciano Moggi, aggiungendo un elemento di denuncia che rende il libro ancora più coinvolgente. Per non parlare, poi, di quell’imprenditore che tentò la “scalata” al Torino Calcio. Indovinate voi chi possa essere perché di certo la prima risposta sarà quella sbagliata.
Al di là dei facili entusiasmi, “All’ombra del declino” non è solo una cronaca del passato, ma una riflessione critica sul presente e un monito per il futuro. Gerbi invita i lettori a guardare oltre la superficie e a riconoscere le forze che hanno plasmato e continuano a influenzare la loro città. Il suo stile diretto e spesso irriverente rende la lettura avvincente e stimolante, sfidando le narrazioni tradizionali e offrendo nuove prospettive su una storia complessa e spesso dolorosa.
Una testimonianza potente e necessaria, che merita di essere letta non solo dai torinesi e dai tifosi del Torino FC, ma da chiunque sia interessato alla storia industriale e sociale italiana. Un’opera che, con coraggio e passione, illumina gli angoli più bui di una nobile storia decaduta, restituendo dignità e memoria a un passato che non deve essere dimenticato.
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