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L'INTERVISTA
21 Novembre 2024 - 05:03
Giuseppe Cruciani è pronto a sbarcare sotto la Mole al Teatro Alfieri il prossimo 25 novembre
È negazionista del cambiamento climatico, è a favore degli idrocarburi e contro il green. Non dice “buongiorno a tutti e a tutte” e non declina i nomi al femminile, del tipo avvocata o rettora. Definisce “un’aberrazione” la catalogazione Lgbtq+ e, dulcis in fundo, sostiene che «l’egoismo è il motore del mondo». Quindi «diffidate dei buoni samaritani che dicono di agire per il bene comune. Sono spesso degli impostori». Insomma, roba da far drizzare i capelli dei politicamente corretti. Ma lui, il politicamente scorrettissimo Giuseppe Cruciani, è per la libertà di parola assoluta. E liberamente parlerà anche il 25 novembre prossimo dal palco del Teatro Alfieri di Torino dove porterà in scena il suo “Via Crux: tutto quello che pensate e non avete il coraggio di dire”, scritto insieme con Sergio Bertolini, Francesco Borgonovo, Gilberto “Gibba” Penza. Sotto accusa il woke, il buonismo, la cancel culture, l’ossessione per le molestie e chi più ne ha più ne metta.
Cruciani, perché Via Crux?
«Perché è una sorta di predicazione. Mi sacrifico, mi metto in croce, senza essere blasfemo, per parlare a nome di quelle persone che per paura non dicono ciò che pensano».
Una prima vittoria contro il politicamente corretto è stata quella di Trump alle elezioni americane...
«Sì, certo. Posso non essere d’accordo con alcune cose che dice Trump ma di sicuro lui ha portato il free speech. Anche se il politicamente corretto è difficile da scardinare, si insinua dappertutto».
Che cosa ne pensa dei “vip” che si sono tolti dalla piattaforma X di Elon Musk?
«È una stupidaggine colossale. Ognuno è libero di fare quello che vuole. Ma se temi il pericolo dell’ autoritarismo, che peraltro non esiste, lo combatti, non ti sottrai alla discussione. Comunque chi si è tolto è perché lì non faceva business, la loro è stata una decisione indolore».
La accusano un po’ di tutto, di essere razzista, omofobo. Anche se ha detto di aver avuto in passato un’attrazione maschile...
«È stato un episodio di molti anni fa, ne parlo anche nel mio libro “Via Crux”. Io andavo spesso alle feste di Luxuria al Muccassassina e una volta c’era un tipo alla Freddie Mercury che mi incuriosiva, ma non è successo niente. Comunque le accuse, le prendo con grande tranquillità. Ce n’è una, però, che mi infastidisce molto».
Qual è?
«Quando mi dicono che parlo così perché ho degli interessi dietro. Io non ho nessun committente, è tutta farina del mio sacco, non sono il menestrello della destra, di cui, tra l’altro, non condivido alcune cose, ad esempio io sono per la liberalizzazione delle droghe».
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