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TEATRO STABILE

Al Carignano c'è Cechov in costume da bagno e “Il giardino dei ciliegi” pop

Il particolare allestimento

Al Carignano c'è Cechov in costume da bagno e “Il giardino dei ciliegi” pop

Una scena dello spettacolo in programma al Teatro Carignano

Le sedie in plastica, le lampade al neon, gli improbabili look anni Novanta, i cappellini colorati da festa di fine anno, le atmosfere balneari, le canzoni, quelle di Renato Zero, “Ritornerai” di Bruno Lauzi, “Sul mare luccica”. Anche le scene recitate in costume da bagno. Più pop di così non si poteva immaginare la storia scritta da Cechov poco prima della Rivoluzione russa. Così, invece, l’ha immaginata Leonardo Lidi, che, come ultimo capitolo della sua trilogia dedicata al drammaturgo russo, ha scelto quella commedia nata «da un fortissimo desiderio di scrivere un vaudeville», definita nelle sue lettere “una farsa” e diventata un classico della letteratura drammatica. Dopo “Il Gabbiano” e lo “Zio Vanja” il regista residente del Teatro Stabile di Torino propone questa sera al pubblico del Teatro Carignano “Il giardino dei ciliegi” di Anton Cechov. «Questo per sottolineare l’importanza e il talento degli attori italiani, vera pietra preziosa del nostro teatro» spiega Lidi. Che aggiunge: «Unico comune denominatore richiesto per affrontare l’autore russo: la sincerità d’animo. Essere cristallini nella volontà di consegnare agli spettatori tre testi straordinari e saper cogliere l’amore che Cchov dedicava alla figura dell’attore nelle sue dinamiche di scrittura».

Agli attori, dunque, il compito di raccontare le vicende, ambientate in una provincia russa agli inizi del XX secolo, di Ljubov’ Andreevna Ranevskaja e della sua famiglia costretta a lasciare la proprietà messa all’asta per far fronte ai debiti. Prodotto dal Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, dal Teatro Stabile dell’Umbria e da Spoleto Festival dei Due Mondi, lo spettacolo (in replica fino a domenica 1° dicembre) porta in scena dodici personaggi e un luogo: il giardino. «Al centro poniamo un giardino che deve essere venduto, abbattuto perché non è più utile - è ancora il regista -. Raccontiamo di un percorso verso la privatizzazione, ed è un percorso preciso, che richiede sincerità d’animo, il coraggio di non nascondersi e di ridiscutere in profondità i nostri ruoli. In questo inizio secolo, che è anche inizio millennio, è necessario, dopo aver guardato al secolo scorso con nostalgia, porci domande su come andare avanti tutti insieme». Sabato 30 novembre in programma la Maratona Progetto Cechov (Il gabbiano (ore 11,30), Zio Vanja (ore 15) e Il giardino dei ciliegi (ore 18:30).

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