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TORINO FILM FESTIVAL

Alec Baldwin a cuore aperto: "Questa città è perfetta per girare film, ecco perché..."

L'attore americano sul premio ricevuto: "Sono molto grato per questo riconoscimento"

Alec Baldwin a cuore aperto: "Questa città è perfetta per girare film, ecco perché..."

Alec Baldwin, uno dei grandi ospiti del Torino Film Festival 2024

Dopo una domenica dominata dalle forti presenze femminili (Sharon Stone, Emmanuelle Beart, Angelina Jolie) il lunedì del Torino Film Festival è tutto di Alec Baldwin, invitato a presentare la proiezione al cinema Romano, di “Caccia a ottobre rosso”, film del 1990 diretto da John McTiernan in cui divideva lo schermo con grandi attori tra cui Sean Connery.


Che ricordi ha di questo film?
«È stata la prima grande produzione a cui ho partecipato, nel 1989, le riprese iniziarono nel giorno del mio compleanno, il 3 aprile. Ho scelto di far vedere questo film non perché ero giovane e snello ma per il cast: nel mio lavoro ho imparato che i partner sono fondamentali, come Cate Blanchett in “Blue Jasmine” di Woody Allen, fenomenale, Qui c’era un cast miracoloso, non solo Sean Connery, una delle più grandi star mai esistite (ero intimorito da lui ma è stato fantastico con me!), ma anche tutti gli altri».
Che emozione le dà ricevere questo premio qui a Torino?
«Sono molto grato per questo riconoscimento: ho 7 figli, il più grande ha 11 anni e il più piccolo 2, io ho 66 anni e sono stanco (vi consiglio di fare figli quando siete più giovani!). Vorrei solo dormire ma venire qui mi dà una gioia profonda, è tanto che non ricevo un premio: questo festival è prezioso, unisce le proiezioni dei film a una parte industry, sono gli eventi più importanti. Spero di tornare, anche solo per mangiare, ma mi piacerebbe stare qui un mese per girare un film! Questa città è perfetta per girare film, mancano solo degli studi all’altezza, per il resto c’è tutto».
Qual è oggi l’importanza del cinema per lei?
«Questo periodo è molto importante per il cinema, negli Usa c’è un vuoto nell’informazione, siamo molto disinformati su quel che avviene nel mondo (che sia il clima, la guerra in Ucraina o altro): questo vuoto viene colmato dall’industria del cinema. Sono convinto che la cultura ci possa salvare e per questo lavoro molto per portarla anche nelle città più periferiche del mio Paese».


Cosa pensa di Marlon Brando, a cui è dedicato il festival di quest’anno?
«Se mi chiedete con chi avrei voluto lavorare mi vengono tanti nomi, da Humphrey Bogart a William Holden, e poi Jack Nicholson, Paul Newman, Lawrence Olivier... Di Brando cosa penso? È stato il più grande attore della mia nazione, il più dotato, vederlo recitare mi ha cambiato la vita. Ma anche in Italia ce ne sono di ottimi, che attore straordinario era Mastroianni, o anche Giannini? E Claudia Cardinale?».
Che spettatore è Alec Baldwin?
«L’altra sera ho visto “The Substance” di Coralie Fargeat, con Demi Moore: un film straordinario, Demi è stata molto coraggiosa. Quando vedo film così mi convinco sempre più che abbiamo bisogno più che mai di registe, molto spesso nell’industria cinematografica ci sono stati a capo uomini che si fidavano solo di altri uomini».

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