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L'ospite
08 Maggio 2025 - 16:45
Matteo Garrone con il presidente del Museo del Cinema Enzo Ghigo (a sinistra) e con il direttore Carlo Chatrian
Una lunga giornata torinese quella di ieri per Matteo Garrone, ospite del Museo Nazionale del Cinema in occasione della rassegna completa dei suoi film che si protrarrà al cinema Massimo fino al 30 maggio.
Al mattino, arrivato un po’ all’ultimo da Bologna in auto, ha incontrato una sala Cabiria colma di oltre 400 studenti che avevano appena visto il suo “Io Capitano”; al pomeriggio ha dialogato con il direttore del Museo, Carlo Chatrian, prima della proiezione di “Pinocchio”; nel mezzo, una visita alle due mostre fotografiche a lui dedicate, la prima sulla cancellata esterna della Mole, che rimarrà allestita fino al 29 giugno, e la seconda all’Ecomuseo del Freidano di Settimo Torinese (visibile fino al 30 novembre).
«Quando giravo il film pensavo molto ai ragazzi delle scuole e confidavo sulla capacità degli insegnanti di capire l’importanza di questa pagina buia della nostra storia contemporanea», ci ha confidato al termine dell’incontro e dopo una lunga sessione di selfie a cui si è prestato con i presenti. «La struttura drammaturgica è poi molto vicina ai film Marvel, con dei protagonisti della loro età: questo aumenta la loro capacità di empatizzare, molti di loro tornando a casa lo consigliavano ai genitori».
Tanti spunti di interesse sono emersi dall’incontro con gli studenti degli istituti superiori («L’unico film sul tema dei migranti che avevo visto è “Tolo Tolo” di Checco Zalone, ma è molto diverso», confida una ragazza a fine film), in cui Garrone ha voluto chiarire un concetto per lui importante: «Dovete trovare voi il messaggio del film, pensateci, scavate in quel che avete visto e riflettete. Troppe volte vi viene detto cosa pensare, non è giusto».
La scelta di presentare “Pinocchio” è stata di Chatrian («Ho avuto il piacere di presentarlo a Berlino nel mio primo anno insieme a Matteo») ma approvata in pieno da Garrone per il dialogo non scontato tra quel film e il più recente “Io Capitano»: «Sono due viaggi di formazione, la scoperta della violenza del mondo circostante, l’abbandono di nascosto della famiglia: in entrambi è pieno di gatti e di volpi. Spesso mi sembrava di girare scene che mi sembrava di aver già girato».
Nella rassegna anche il documentario “Allacciate le cinture”, realizzato da Cinemovel, che verrà presentato domenica sera al Massimo alle 20,30 dal regista Tommaso Merighi e da uno dei protagonisti, Mamadou Kouassi: al centro del racconto le proiezioni in Africa di “Io Capitano”. «L’idea – ci spiega Garrone – era quella di farglielo vedere per far capire cosa voleva dire mettersi in viaggio. Molte persone alla fine sono venute a dirci che avevano cambiato idea, non sarebbero più partite. Molte vite così si sono salvate: per me questo vale più di un Oscar».
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