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01 Luglio 2025 - 11:10
Facebook avrebbe avviato un test che prevede l’analisi delle fotografie salvate nel rullino dello smartphone degli utenti, anche se non caricate sulla piattaforma. A riportare la notizia è il sito TechCrunch, che ha raccolto le prime segnalazioni da parte di diversi iscritti negli Stati Uniti.
Secondo quanto emerso, al momento della pubblicazione di una foto o un video nelle storie, ad alcuni utenti è comparso un messaggio che chiede il permesso di accedere alle immagini archiviate sul dispositivo.
Meta ha confermato ufficialmente la sperimentazione attraverso la portavoce Maria Cubeta: “Stiamo valutando nuovi modi per semplificare la condivisione di contenuti su Facebook, pronti per la condivisione, selezionati dal rullino fotografico degli utenti”.
Attualmente, gli utenti possono rifiutare l’accesso ai file multimediali sul proprio telefono. In caso contrario, come spiegato in una schermata informativa, le immagini e i video selezionati verrebbero caricati sui server cloud di Meta, con l’obiettivo di generare contenuti personalizzati tramite intelligenza artificiale. Questi possono includere collage, sintesi di momenti, restyling visivi e cartoline digitali per eventi come compleanni o lauree.
Meta specifica che le immagini caricate saranno visibili soltanto all’utente che le ha condivise e non verranno utilizzate a fini pubblicitari. Tuttavia, secondo TechCrunch, questa nuova capacità di accedere a contenuti privati non ancora pubblicati potrebbe rappresentare un vantaggio significativo per Meta nella corsa allo sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa.
Una volta attivata, la funzione potrà essere disattivata in qualsiasi momento tramite il menu delle impostazioni dell’app di Facebook. Inoltre, i file caricati sul cloud verranno eliminati entro 30 giorni, fatta eccezione per quelli già condivisi sul social network. Alcuni utenti su Reddit hanno già notato che le immagini condivise vengono impiegate per suggerire grafiche create con l’IA.
La sperimentazione rappresenta un ulteriore passo verso l’integrazione sempre più stretta tra intelligenza artificiale e contenuti personali, con implicazioni significative sul fronte della privacy.
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