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Arte

Il mondo attraverso gli occhi dei bambini: Palazzo Reale di Milano espone le opere dell'albese Valerio Berruti

La mostra "More than kids" intreccia innocenza e critica sociale. L'artista: “Tacere oggi è essere complici”

Il mondo attraverso gli occhi dei bambini: Palazzo Reale di Milano espone le opere dell'albese Valerio Berruti

L'opera "Nel nome del padre", di Valerio Berruti

Quando era piccolo, Valerio Berruti si stupiva nel vedere la madre commuoversi davanti a una sua foto da bambina. Quel potente ricordo ha dato origine a una visione artistica che oggi approda a Palazzo Reale di Milano con la mostra More than kids. “Avevo cinque anni e volevo il superpotere di quell'immagine”, racconta l’artista albese. Un’intuizione diventata poetica visiva: i bambini delle sue opere, spiega, “siamo noi”.

I piccoli protagonisti di disegni, sculture, arazzi e animazioni non sono solo figure infantili, ma occhi che osservano il mondo. All’ingresso, nel cortile del Palazzo, una bambina monumentale guarda il cielo: l’opera si intitola Don't let me be wrong e denuncia il punto di non ritorno della catastrofe climatica, accompagnata dalla musica originale di Daddy G dei Massive Attack.

La visita prosegue con una figura sospesa nel buio, che si aggrappa a un sinalvagente: un riferimento al dramma delle migrazioni. In Un mondo nuovo, l’ombra dei corpi si proietta sui muri, mentre L’abbraccio più forte, unica opera in cui i bambini si toccano, è legata alla solidarietà concreta: servì a raccogliere 140mila euro per l’ospedale di Verduno, durante il Covid, finanziando anche un ambulatorio mobile per i paesi del Cuneese.

In Nel silenzio, i calchi di corpi esposti al sole evocano l’inerzia davanti alla crisi climatica. In Nel nome del padre, 42 bambini identici fissano una coetanea con lo sguardo basso, simbolo dei conflitti mondiali. “Tacere oggi - sottolinea Berruti - è essere complici”. Chiude la mostra una giostra bianca, con passerotti al posto dei cavalli, accompagnata da una composizione originale di Ludovico Einaudi.

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