Cerca

tecnologia

Cosa dice di te la tua ombra digitale? Ecco perché tutto ciò che mettiamo su internet ci resta

Ogni cosa che pubblichiamo contribuisce alla nostra immagine pubblica, difficile da modificare o cancellare

Cosa dice di te la tua ombra digitale? Ecco perché tutto ciò che mettiamo su internet ci resta

Impronta digitale, immagine di repertorio

Ogni volta che apriamo un social, facciamo una ricerca o acquistiamo online lasciamo dietro di noi un segno: la cosiddetta ombra digitale, nota anche come digital footprint. È l’insieme unico di dati e tracce che descrive chi siamo e cosa facciamo in rete.

Questa impronta si divide in due categorie. Quella attiva, che creiamo consapevolmente quando pubblichiamo post, commenti o foto. E quella passiva, che generiamo senza accorgercene, per esempio con i cookie che registrano i nostri accessi, la posizione, il browser o gli orari di navigazione. In entrambi i casi, ogni informazione si somma alle altre e costruisce un profilo dettagliato della nostra identità online.

I dati non restano mai neutrali. Servono agli algoritmi di piattaforme, motori di ricerca e servizi di streaming per personalizzare contenuti e consigli. Allo stesso modo, diventano strumenti preziosi per il marketing: se un utente ha comprato una maglia firmata, sarà facile che gli compaiano annunci simili nei giorni successivi. Ma l’ombra digitale può anche attirare attenzioni indesiderate: cybercriminali interessati a furti d’identità, truffe bancarie o phishing.

C’è poi la questione della reputazione online. Foto, messaggi e like raccontano molto di noi e finiscono per formare un’immagine pubblica difficile da cancellare. Un datore di lavoro, un selezionatore o una scuola possono farsi un’idea precisa semplicemente digitando il nostro nome su Google.

Proteggere questa impronta è possibile, anche se non semplice. Alcune pratiche utili:

  • riflettere prima di pubblicare contenuti
  • controllare regolarmente cosa appare cercando il proprio nome

  • gestire le impostazioni di privacy sui social

  • cancellare account inutilizzati

  • usare password complesse e attivare l’autenticazione a due fattori

In Europa il GDPR tutela la raccolta e l’uso dei dati personali, ma la vera responsabilità resta a chi naviga. Perché tutto quello che condividiamo online contribuisce a scrivere, giorno dopo giorno, la nostra biografia digitale.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.