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«Metteresti la tua vita nelle mani di un’app?». Andare a funghi nell'era digitale diventa più pericoloso

In Toscana già quindici ricoveri: il pericolo del fungo tossico dell’ulivo e l’illusione delle app di riconoscimento

«Metteresti la tua vita nelle mani di un’app?». Andare a funghi nell'era digitale diventa più pericoloso

Un esemplare di Omphalotus olearius, o "fungo dell'ulivo"

La stagione dei funghi si apre con numeri preoccupanti. In Toscana, a raccolta appena iniziata, si contano già quindici casi di intossicazione, quasi un terzo legati al fungo dell’ulivo (Omphalotus olearius), spesso confuso con il commestibile galletto (Cantharellus cibarius). I sintomi riguardano soprattutto l’apparato digerente e, nei soggetti più fragili, possono richiedere il ricovero.

A mettere in guardia è Nicolò Oppicelli, micologo, giornalista e divulgatore scientifico: «Metteresti la tua vita nelle mani di un’app? I funghi non sono un gioco: un algoritmo non può annusarli, toccarli, vederne i dettagli. E un errore può costare caro. Nemmeno i gruppi social sono la soluzione: consigli improvvisati e ricordi sbiaditi non salvano la vita. Riconoscere i funghi è un lavoro da micologi, non da smartphone».

Oppicelli ricorda che questi strumenti «mancano delle competenze necessarie per distinguere in maniera univoca organismi complessi come i Funghi». Per questo motivo il riconoscimento va affidato solo a micologi professionisti, formati con anni di studio e osservazione.

Nel frattempo, le associazioni di categoria sottolineano l’importanza della prudenza. Coldiretti evidenzia che il meteo ha creato condizioni ideali per buttate eccezionali di porcini e altre specie, ma ricorda anche che la raccolta va fatta in sicurezza: scarponi, percorsi adatti, informare qualcuno della destinazione e rispettare le regole.

Distruggere indiscriminatamente i funghi ritenuti velenosi non ha alcuna utilità e danneggia l’ecosistema. Le autorità invitano i cittadini a rivolgersi agli sportelli gratuiti delle Asl, dove gli esperti possono identificare con certezza i funghi raccolti, evitando così i rischi di improvvisazioni e false credenze popolari.

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