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Cinema

Ivan Drago è a Torino: "Io e Stallone ancora amici. Il cancro? Credevo di morire"

Al Tff l'incredibile documentario di “Dolph: Unbreakable” sulla sua malattia dell'attore diventato un'icona: ecco dove guardarlo

Torino Film Festival

Ivan Drago in persona

«Quando stavo lavorando al documentario non credevo di arrivare vivo alla fine delle riprese, per questo ho scelto di raccontarmi con la massima sincerità»: parla con il cuore mano l’attore svedese Dolph Lundgren, ospite del Torino Film Festival per presentare il doc sulla sua vita, “Dolph: Unbreakable”, selezionato in concorso al Torino Film Festival. Lui, l’emblema cinematografico di forza e muscoli degli anni Ottanta, lanciato dal ruolo di Ivan Drago in “Rocky IV”, ha dovuto affrontare la malattia, la paura di morire prematuramente per il cancro e poi la quasi miracolosa guarigione. C’è questo e molto altro nel film, in programma ancora domani due volte al cinema Romano (alle 13:15 e alle 20:30).

Come nasce questo documentario?
«Le riprese sono durate più di tre anni, iniziate nel 2021 e finite nel 2024: nel mezzo ho dovuto affrontare le cure e fare in modo che fossero compatibili con le riprese, per inserire nel racconto anche questo aspetto delicato della mia vita. Ho trovato molto terapeutico condividere la propria vita con il pubblico».

Che ricordi ha del film che l’ha resa una star, “Rocky IV”?
«La mia vita è cambiata in una sera: sono entrato nella sala per l’anteprima che nessuno mi conosceva, a fine proiezione ero un divo. È stato incredibile, avevo passato sei mesi ad allenarmi due volte al giorno, ed ero già un atleta di arti marziali, mi sono confrontato con Sylvester Stallone che era uno degli attori più noti e amati. Quanti pugni ci siamo dati!».

In quel film ha pronunciato una frase diventata mitica, “Ti spiezzo in due” (in inglese “I will break you”)...
«Non avrei mai pensato che dopo quarant’anni quella frase fosse ancora nella mia vita. Con Stallone siamo ancora molto amici, le nostre figlie sono amiche, ci siamo ritrovati venticinque anni dopo sul set de “I mercenari”, dove ho avuto il piacere di essere diretto da lui. Sly lo ha sempre detto: non avremmo mai potuto girare nella nostra carriera una scena più iconica di quella».

Che rapporto ha con il cinema di oggi?
«Tante cose sono cambiate a Hollywood oggi, siamo passati dai veri muscoli che avevamo noi ai supereroi Marvel, in cui sono le loro tutine ad avere i muscoli! Sono arrivati gli effetti speciali, è arrivata l’intelligenza artificiale: ma l’essenza è rimasta la stessa... il cinema non cambia».

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