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TORINO FILM FESTIVAL

Matilde Gioli porta a Torino e la magia inattesa di "Strike"

L'attrice milanese sul red carpet del festival torinese

Matilde Gioli porta a Torino e la magia inattesa di "Strike"

Matilde Gioli sul red carpet del Torino Film Festival

L’opera prima a sei mani di Gabriele Berti, Giovanni Nasta e Diego Tricarico, intitolata “Strike - Figli di un’era sbagliata” e selezionata in Zibaldone al Torino Film Festival 43, ha permesso all’evento di aggiungere al lungo elenco di ospiti di rilievo anche quello di Matilde Gioli, attrice amatissima dal pubblico italiano qui in un ruolo di supporto importante. «Ci sono delle cose che non posso raccontare del set... scherzo!», esordisce divertita la protagonista di “Doc” accanto a Luca Argentero. «Tengo moltissimo a questo film, che mi è davvero piaciuto: mi sono innamorata di loro tre in un bar al nostro incontro a Roma, che è stato molto poco formale. Io tornavo da un giro a cavallo, ero ancora vestita da cavallerizza e avevo, diciamo, odore “da stalla”. Ma ci siamo innamorati subito, ci siamo riconosciuti come persone che hanno mantenuto un bambino interiore ancora molto vivo, che hanno la capacità di stupirsi delle cose semplici, di essere felici con poco». “Strike” cerca un difficile equilibrio tra commedia e dramma parlando dei destini di tre ragazzi che si incrociano in una struttura per dipendenze patologiche.

«Ho accettato senza aver capito bene cosa sarebbe stato il film», aggiunge Gioli. «Ma loro hanno una fame di raccontare le cose con il loro linguaggio, in modo anche molto rivoluzionario: io ho dieci anni più di loro, non sono della loro generazione ma ne sono grande fan. La storia mi ha preso fin dall’inizio, la sceneggiatura era scritta benissimo e ho empatizzato subito con tutti i messaggi che volevano veicolare. Ci sono momenti di riflessione e commozione e subito dopo di comicità».

Nel cast anche molti altri nomi noti del cinema italiano, come Massimo Ceccherini, Max Mazzotta, Caterina Guzzanti, Massimiliano Bruno, Lorenzo Zurzolo e Pilar Fogliati. «Il set non è stato facile - spiega ancora l’attrice - come spesso capita con un’opera prima si va sempre un po’ all’arrembaggio, ma loro hanno creato un clima meraviglioso. Sul set quando si trattava di dirigerci, pur essendo al primo progetto cinematografico, si sono dimostrati sempre molto consapevoli di quello che serviva. Con gli altri miei colleghi spesso ci trovavamo a colazione, in questa specie di villaggio a Potenza Picena, nelle Marche, e ci dicevamo fortunati di essere stati scelti come supporto al loro viaggio».

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