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IL FATTO
28 Dicembre 2025 - 09:15
Tra le vette del Biellese, le nebbie della pianura torinese e i giardini della Riviera, il Nord-Ovest d’Italia conserva un alfabeto silenzioso inciso nella pietra. Non si tratta di mappe segrete, ma di un lessico comune nato nell’Ottocento, quando la massoneria fu una delle officine del pensiero moderno. Squadra e compasso non erano allora solo marchi di potere, ma metafore civili: l'idea della società come una pietra grezza da sbozzare attraverso l’istruzione, il progresso tecnico e la filantropia. Camminare oggi tra i monumenti e i palazzi di queste città significa attraversare un "museo diffuso" che racconta la fiducia positivista nel miglioramento dell'uomo.
Il cuore di questa narrazione è senza dubbio Rosazza, nel Biellese, un borgo trasformato dal senatore Federico Rosazza in un’opera simbolica a cielo aperto. Tra fontane, motti e persino una chiesa che accoglie segni non convenzionali, il borgo rappresenta il tentativo ottocentesco di conciliare spiritualità e ragione. A Torino, culla del liberalismo, questa sensibilità si riflette in monumenti come quello al Traforo del Frejus in piazza Statuto: una piramide di roccia dominata da un genio alato che, più che un segreto esoterico, celebra la luce della conoscenza capace di vincere l'inerzia della materia e bucare le montagne.
Spostandosi verso il mare, il linguaggio cambia ma mantiene la stessa radice. Nel porto di Savona il simbolo si fa concreto, quasi "operaio", con la figura del faro che guida il lavoro tra le maree del cambiamento. A Bordighera, invece, l'influenza di figure cosmopolite come Clarence Bicknell trasforma i musei e i giardini botanici in spazi pedagogici, dove la natura stessa insegna l'ordine del mondo. Persino nei cimiteri monumentali di Varese, tra piramidi e obelischi, si legge l'orgoglio di una borghesia laica che cercava nell'antico una sapienza universale.
Questa grammatica di pietre e cancelli non era una regia occulta, ma una sensibilità condivisa che ha ridisegnato il nostro paesaggio. Dalle società di mutuo soccorso alle scuole tecniche, l'impronta di quel pensiero ha gettato le basi del welfare moderno, sostituendo la carità con la solidarietà orizzontale. Oggi, quegli edifici e quei giardini continuano a parlarci con una lingua sobria, ricordandoci che la bellezza e la cultura sono, prima di tutto, strumenti di educazione collettiva e promesse di cittadinanza per il futuro.
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