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“Panico” a Venezia per Dario Argento, il maestro del brivido

Interviste e testimonianze inedite sul regista romano: «Ecco quando è nato il suo amore per la città di Torino»

“Panico” a Venezia per Dario Argento, il maestro del brivido

La locandina del documentario dedicato al maestro dell'horror Dario Argento

Il fascino immortale del cinema di Dario Argento trova nuova conferma con la presentazione alla Mostra del cinema di Venezia di “Panico”, documentario di Simone Scafidi che ne esplora la vita e le opere.
«Adoro il suo cinema, così capace di scuotere il pubblico, un cinema che non ha paura di sporcarsi le mani: ci vuole un gran coraggio per lavorare in questo modo, serve un continuo confronto con le proprie paure. Dal racconto dei suoi film finisco poi anche per raccontarlo come uomo», spiega il tortonese Scafidi. «Argento ha sempre dichiarato di fare cinema per l’urgenza di sentirsi amato, non per altro: per questo motivo il suo rapporto con il pubblico è continuato nel tempo, tutti i suoi film thriller-horror sono arrivati tra i primi venti incassi dell’anno in cui sono usciti».

Un'immagine del documentario su Dario Argento presentato alla Mostra del Cinema di Venezi

Per costruire il ritratto del maestro Dario Argento il documentario utilizza una lunga intervista al regista di “Profondo rosso”, realizzata all’interno di un hotel, le strutture in cui ha sempre dichiarato di sentirsi ispirato. Ma sono fondamentali anche le voci di tante persone che l’hanno conosciuto, ci hanno lavorato o semplicemente adorano i suoi film: dalle figlie Fiore e Asia a Guillermo Del Toro, da Gaspar Noè a Nicolas Winding Refn, e poi Lamberto Bava, Michele Soavi, Fiore Argento, Luigi Cozzi, Franco Ferrini, Claudio Simonetti.


«Come prima cosa volevo ci fosse il contesto familiare - ha continuato -, ho coinvolto quindi le figlie ma per la prima volta sentiamo parlare anche la sorella di Dario e la prima moglie. Poi ho scelto alcuni tra i suoi collaboratori più importanti (avrei voluto anche Ennio Morricone ma purtroppo era troppo tardi quando la produzione è partita) e infine tre registi di altre generazioni che danno un’idea del suo impatto sul mondo: Gaspar Noé, Nicolas Winding Refn e Guillermo Del Toro».
Romano ma torinese di adozione, sotto la Mole Argento ha trovato spesso la sua migliore ispirazione e Torino ha sempre risposto con affetto: dall’ultima mostra lunga un anno al Museo del cinema al tour sulle locations degli otto film girati sul territorio che tornerà il prossimo 24 settembre.
«Dario ha sempre detto che da adolescente vide Torino per la prima volta e fu colpito dalla sua austerità e dalla sua magia: voleva già girare lì il suo primo film, grazie al successo poté farlo col secondo, “Il gatto a nove code”. Ne aveva colto il valore, aveva gli sfondi e l’architettura adatta al suo immaginario».
“Panico” è prodotto da Paguro Film di Giada Mazzoleni e sarà distribuito da Midnight Factory.

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