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Guerra di influencer
25 Febbraio 2024 - 10:20
La paletta si alza impietosa. Chiara Ferragni, dopo mesi di silenzio, fa la sua mossa di autodifesa nella vicenda PandoroGate che la vede indagata, ma non si affida ai social che la foraggiano e di cui è manovratrice da tempo, bensì alla cara vecchia carta stampata, con una intervista fiume al Corriere della Sera. Una intervista dal timing perfetto (e sospetto), che arriva dopo l'annuncio - vero? falso? - della separazione dal marito Fedez. Una difesa di sé appassionata, ma che non convince la giudice più severa, che infatti stanga senza pietà. Vediamo di che si tratta.
"Si sono sbagliati tutti: l'Antitrust, le aziende che collaboravano con lei, il Fatto, i follower, i giornalisti, la politica e pure il marito" esordisce Selvaggia Lucarelli, giornalista e implacabile osservatrice del fenomeno Ferragni, ma anche giurata di Ballando con le Stelle. E la severità delle sue tesi è più vicina a questo ruolo, o forse al suo antico essere blogger. A modo suo, anche lei è una influencer.
L'intervista, argomenta Selvaggia Lucarelli, è un campo minato di contraddizioni e perplessità. Ferragni sostiene che la beneficenza dovrebbe essere pubblicizzata per creare un effetto emulativo. Un'argomentazione intrigante, se non fosse per un dettaglio: nel provvedimento dell'Antitrust, si legge che la società di Ferragni, Fenice, avrebbe posto come condizione che Balocco non comunicasse all'esterno la notizia della donazione. Un paradosso che rende il quadro ancora più complesso.
La questione è in questi termini: Ferragni sostiene che mai fu precisato, sia nel cartiglio sui pandori Balocco benefici e griffati sia nel comunicato stampa, che i proventi delle vendite sarebbero stati collegati direttamente alla donazione a favore dell'ospedale Regina Margherita. Donazione di 50mila euro, effettuata mesi prima. Ma, interviene la giudice Lucarelli, c'era un comunicato stampa che con quel "Chiara Ferragni e Balocco sostengono l'ospedale Regina Margherita" avrebbe giocato sull'ambiguità. La tesi dell'Antitrust che ha difatti stangato sia l'influencer sia l'azienda dolciaria. E la Procura di Milano, ora, procede per truffa aggravata.
Perché, allora, Ferragni non ha donato sua sponte, invece di lasciare tutto alla Balocco e lei incassare un milione? Chiede Lucarelli. Le contraddizioni continuano e si moltiplicano. Ferragni afferma che il denaro ricevuto per la sua collaborazione con Balocco è andato alla sua società, non direttamente a lei. "Insomma è nullatenente come il marito", ironizza Lucarelli. Perché i giornalisti intervistatori non hanno fatto questa domanda? insiste Selvaggia Lucarelli, che definisce l'intervista un "publireputazionale".
Il punto più delicato dell'intera vicenda è forse il mancato ringraziamento alla Balocco. Se l'obiettivo era fare del bene con i soldi di Balocco, perché Ferragni non ha ringraziato pubblicamente l'azienda per la sua generosità? Un interrogativo che rimane sospeso nell'aria, una nota stonata in un concerto di dichiarazioni e rivelazioni.
La reazione del web non si è fatta attendere. Lucarelli ha definito l'intervista a Ferragni "imbarazzante", accusando l'influencer di essere ossessionata dai numeri, dal conteggio dei like. E coinvolge anche il marito Fedez, accusato di essere soddisfatto solo dei numeri del suo podcast.
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