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Dopo il pandoro

Indagata anche per uova di Pasqua e bambole, ecco il "Sistema Ferragni"

La Procura di Milano svela altre due indagini nel "duello" con quella di Cuneo

Indagata anche per uova di Pasqua e bambole, ecco il "Sistema Ferragni"

Il business della beneficenza griffata finisce sotto inchiesta. Dopo il pandoro della Balocco, tocca alle uova di Pasqua marchiate dalla Giochi Preziosi e alla bambola antibullismo prodotta dalla Trudi. Il punto in comune? Chiara Ferragni. L'influencer, infatti, aveva messo il suo volto su tutti questi prodotti e adesso si ritrova con una (triplice) accusa di truffa aggravata presso la Procura di Milano.

La novità è emersa nel pomeriggio attraverso un atto che la procura di Milano ha inviato al procuratore generale della Corte di Cassazione. Il motivo è il dirimere la questione della competenza territoriale con la procura di Cuneo, che ha iscritto tra gli indagati Chiara Ferragni per il caso del pandoro "Pink Christmas", prodotto dalla Balocco che ha sede a Fossano. La procura di Milano, svelando così le altre due indagini, sostiene nel documento la continuità fra le presunte truffe.

Il pandoro per i bimbi malati

Il caso del pandoro Pink Christmas è stato recentemente affrontato dall'Antitrust, che ha duramente sanzionato sia l'influencer milanese sia la Balocco, la cui ad Alessandra Balocco è a sua volta indagata per truffa. Tutto parte dalla campagna per il Natale 2022, con un pandoro griffato Ferragni, arricchito di zucchero a velo rosa, e a un prezzo tre volte superiore quello del normale dolce, e l'obiettivo di destinare dei fondi per l'acquisto di un macchinario per l'oncologia dell'ospedale Regina Margherita di Torino.

A Chiara Ferragni è stato pagato un cachet di poco superiore al milione di euro, mentre all'ospedale sono andati 50mila euro, donati prima ancora della partenza della campagna. Per l'Antitrust, però, il messaggio sarebbe stato ingannevole, in quanto la comunicazione avrebbe lasciato intendere che in beneficenza sarebbero andati parte dei proventi delle vendite. Dopo la sanzione, Chiara Ferragni ha donato un milione di euro, a titolo personale, all'ospedale. 

La bambola Trudi

Il caso della bambola prodotta dalla Trudi, con le fattezze della Ferragni, risale al maggio 2019. All'epoca, l'influencer disse "si vende ora su The Blonde Salad (il suo sito, nonché il nome di una delle società che curano i suoi diritti di immagine, ndr) e tutti i profitti andranno a Stomp out bullying, un’organizzazione no profit per combattere contro il cyberbullismo, un argomento molto vicino al mio cuore". Proventi, molto bassi in realtà tanto che anche la bambola è stata deprezzata, inviati tramite un "provider esterno" dicono da TBS. Invece, la Ceo e fondatrice di Stomp Out Bullying, Deborah Temkin ha dichiarato di non aver mai ricevuto alcun contributo e non sapere chi sia Chiara Ferragni.

Le uova di Pasqua

Il caso su cui si concentra maggiormente l'indagine del pm milanese Fusco - lo stesso dei quadri scomparsi dell'Avvocato Agnelli - è comunque quello delle uova di Pasqua sponsorizzate dall’influencer assieme a Dolci Preziosi nel 2021 e 2022. Qui, secondo l'accusa, ci sarebbe stato lo stesso schema di Balocco: all'associazione "Bambini delle Fate" che si occupa di lotta all'autismo e inclusione sociale sono andati 36mila euro, a fronte di un cachet da un milione e 200mila euro.

Lo spiega bene Franco Cannillo, che ha rilevato Dolci Preziosi: "Nessuna correlazione tra la vendita delle uova e la donazione, che abbiamo fatto noi. Per lei, non era nel contratto". La collaborazione è durata due anni, perché "ha chiesto una cifra esorbitante e non abbiamo più chiuso il contratto".

La decisione della Cassazione

Adesso, bisognerà aspettare la decisione della Cassazione sulla competenza territoriale. Di certo, se si ravvisasse una continuità fra gli episodi, allora verrebbe messo sotto accusa un intero "sistema" o metodo. 

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