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Letto per Voi
29 Novembre 2024 - 22:00
Ha ballato una sola settimana (per fortuna) Sally Rooney con il suo “Intermezzo”, a conferma che il sedicente (ex) fenomeno editoriale vive di prenotazioni più che altro, ma capacissimo questo mercato editoriale di smentirci a breve giro di classifica. Fatto sta che questa settimana, secondo i dati Ibuk - che si basa su un nutrito campione di librerie, dunque considera le copie cartacee -, la prima posizione la prende Valérie Perrin, l’autrice di “Cambiare l’acqua ai fiori”. La scrittrice francese torna con un romanzo ancora una volta ambientato dalle parti di un cimitero, nella sua amata Borgogna: “Tatà” (e/o, 21 euro, traduzione di Alberto Bracci Testasecca), romanzo delicato eppure capace di colpire, come le sue opere precedenti.
La protagonista è una regista - come il marito della scrittrice, Claude Lelouch - di nome Agnes - in crisi, con il matrimonio con un attore ormai giunto al capolinea - che torna al paese della sua amatissima zia Colette, che è morta. Ma il problema è che zia Colette, la tatà (in francese è questa la parola colloquiale per zia), era già morta e sepolta, con tanto di cerimonia funebre. «Colette è rimorta, parola che non esiste da nessuna parte. Non esiste il termine “rimorire”» dice Agnes. Dunque, quale mistero si cela?
Il mistero da svelare è capire come Colette abbia vissuto tre anni nascosta, senza rivelarsi neppure alla nipote. Agnes allora si trasferisce nella casa della zia, ritrovando le tracce, le “cassettine” della memoria (nastri registrati con il diario di Colette), non solo della zia e di suo fratello (il papà di Agnes) da condurre al successo musicale, ma anche la propria. E in quella casa trova il modo di curare le proprie ferite dell’anima. Minimalismo e intimismo. Sperando non siano solo prenotazioni anche qui.
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