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Le imprese piemontese resistono, soprattutto a Torino. Ma c'è un ma...

L'indagine ha rivelato un certo ottimismo per l'anno nuovo, nonostante qualche dato negativo

Piemonte in crisi: «Lavoro c'è, non si trovano lavoratori qualificati»

Un saldatore - foto di repertorio

Le aziende piemontesi guardano al primo trimestre 2026 con cauto ottimismo. Produzione e occupazione trainano le aspettative positive, mentre l'incertezza internazionale frena l'export. L'indagine trimestrale del Centro Studi dell'Unione Industriali Torino, condotta su circa 1.200 imprese manifatturiere e dei servizi del sistema confindustriale piemontese, evidenzia un clima di fiducia solido, soprattutto nel capoluogo subalpino.

Torino

A Torino, gli indicatori sono superiori alla media regionale: produzione al +10,5% (+4,4 punti rispetto a settembre), ordini al +10,0% (+4,4 punti) e occupazione all'8,9% (+0,5 punti). Anche il manifatturiero torinese inverte il trend negativo regionale, con un saldo ottimisti/pessimisti sulla produzione al +1,5% (da -3,2%). La propensione a investire cresce di 2 punti, con il 23,6% delle imprese pronte a nuovi impianti. Stabile la cassa integrazione al 12,1% (18,3% nell'industria), mentre l'utilizzo di risorse resta al 76%.

Divergenze

A livello regionale, le attese sono positive per occupazione (+6,0%), produzione (+3,2%) e ordini totali. Negativi invece export (-5,3%) e redditività (-1,0%). La propensione a investire sale al 77,1% (+3,1 punti), con il 25,3% delle imprese che programma acquisti di impianti (+1,8 punti). Utilizzo risorse stabile al 77%, cassa integrazione al 10,9% (14,9% nel manifatturiero).

Il manifatturiero (due terzi del campione) soffre: produzione -3,9%, ordini -4,5%, redditività -6,8%, export -6,0%. Colpiti metalmeccanico (-7,5%, specie automotive e metallurgia), manifatture varie (-24,0%) e cartario (-4,8%). Prudente il tessile-abbigliamento (0,0%). Positivi gomma-plastica (+2,3%), alimentare (+11,9%), edilizia (+4,5%) e impiantisti (+16,7%).

Il terziario, meno esposto all'export, è espansivo: commercio e turismo +30%, servizi alle imprese +24,2%, ICT +10,0%, trasporti +8,7%.

L'incertezza sull'export 

L'ottimismo cala con la quota di export: +8,9% per aziende sotto il 10%, 0,0% per 10-30%, -5,6% per 30-60% e -3,9% oltre il 60%. A Torino, export atteso negativo al -5,2%.

“Pur in un contesto che permane essere di forte incertezza le indicazioni che ci arrivano dalle imprese nell'analisi congiunturale per l’avvio del 2026 inducono a un cauto ottimismo. Le prima indicazioni a livello europeo sul settore automotive sono certamente un primo segnale che va nella direzione che abbiamo sempre auspicato, soprattutto per quanto attiene alla neutralità tecnologica. Allo stesso modo vanno accolte le norme a sostegno degli investimenti delle imprese inserite dal Governo in manovra di Bilancio, che adesso devono essere confermate e vedere velocità di attuazione nei decreti attuativi. L’anno che sta per iniziare però è anche l’ultimo del Pnrr e i timori legati all’export riguardano ora soprattutto i nostri partner europei, ed avranno probabilmente un impatto sulle filiere industriali dove siamo protagonisti. Ecco perché più che mai, serve un’attenzione costante e un’accelerazione sui dossier che ancora restano sospesi, dal costo dell’energia alle infrastrutture, dalla formazione all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, dal costo del lavoro alla dimensione delle nostre imprese, mettendo al centro intelligenza industriale ed investimenti”, commenta Marco Gay, presidente dell’Unione Industriali Torino.

“Le imprese piemontesi approcciano il 2026 confermando la volontà di investire per far crescere e sviluppare le proprie imprese. Non è una scommessa, ma un vero grande gesto di fiducia che va colto e valorizzato da tutti coloro che compongono il nostro tessuto economico. Quello che ci aspetta sarà un altro anno molto sfidante proprio come il 2025 che dopo molti, forse troppi, timori ha invece registrato un andamento più sostenuto del previsto negli ultimi mesi. Un risultato ottenuto grazie alla capacità delle nostre imprese di sapersi adattate velocemente al mercato, sia come sbocchi commerciali che come offerta di prodotti, processi e tecnologia. Chi guarda al Piemonte sa di poter trovare in questo territorio risposte efficienti e avanzate, una qualità che ci riconoscono partner italiani e stranieri, in maniera trasversale ai settori e alle filiere”, aggiunge Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte.

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