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Combattere lo spreco alimentare: direttamente dai social arriva la "No-buy challenge"

Ecco i tre passi per utilizzare al meglio il cibo che abbiamo nelle nostre case

Combattere lo spreco alimentare: direttamente dai social arriva la "No-buy challenge"

Ogni hanno nel nostro paese aumenta lo spreco alimentare nelle case italiane: circa 6 miliardi di euro di cibo buttato, secondo i dati diffusi dall'Unione Nazionale Consumatori. Ora, proprio dai social, potrebbe arrivare un’idea capace di ribaltare questa tendenza.

Si chiama "No-buy challenge", ed è nata su TikTok come una sfida per ridurre lo shopping compulsivo di vestiti e cosmetici. Ma presto qualcuno ha iniziato a guardare con occhi diversi anche la propria dispensa. Pacchi di pasta aperti, biscotti dimenticati, sughi scaduti: quanto cibo viene acquistato e poi sprecato senza nemmeno rendersene conto?

Secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, la No-buy challenge può diventare un vero e proprio strumento per combattere lo spreco alimentare. Basta seguire tre semplici regole, che aiutano non solo a risparmiare, ma anche a consumare in modo più consapevole.

Il primo passo è pianificare. Spesso si fa la spesa senza un’idea chiara di ciò che si ha già in casa, riempiendo il carrello di prodotti che finiscono per accumularsi inutilmente in dispensa. Un trucco semplice, ma efficace, è scattare una foto al frigorifero prima di uscire: in questo modo si evita di comprare doppioni e si riduce il rischio di ritrovarsi con ingredienti dimenticati che poi finiscono nella spazzatura.

Il secondo principio è quello di massimizzare ogni risorsa. Un tempo, in cucina, non si buttava via nulla: gli avanzi venivano riutilizzati per nuove ricette, le bucce di verdura diventavano brodo e il pane raffermo si trasformava in pangrattato. Oggi questo concetto ha un nome più moderno, zero waste.

Infine, rispettare le stagioni. Comprare fragole a gennaio o zucchine in pieno inverno significa spendere molto di più per prodotti che spesso hanno perso gran parte del loro sapore e delle loro proprietà nutritive. Mangiare frutta e verdura di stagione non solo permette di risparmiare, ma garantisce anche una qualità superiore e un minor impatto ambientale, evitando lunghi trasporti e coltivazioni forzate.

Non solo le famiglie: anche i ristoranti stanno raccogliendo la sfida. Menu più corti ma stagionali, porzioni su misura, cucina creativa che utilizza tutto, dalla buccia al torsolo. L’alta ristorazione riscopre così l’arte di non sprecare, trasformando ogni ingrediente in un'opportunità di gusto e sostenibilità.

Ogni anno, tra case e filiera, finiscono nell’immondizia 15 miliardi di euro di cibo. Una cifra che impone una riflessione: sarà solo una moda passeggera o una vera rivoluzione culturale?

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